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IERI OGGI E...

NIGHTMARE BEFORE
CHRISTMAS di Henry Selick

di Francesca Lenzi
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi CAPOLAVORI del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per capire se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno presi in esame solo opere che all'epoca venivano considerati CAPOLAVORI per capire, analizzando il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere, circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali o, ETERNI anche OGGI e DOMANI.
"È stato molto tempo fa, più di quanto ora sembra…in un posto che forse nei sogni si rimembra…la storia che voi udire potrete si svolse nel mondo delle storie più liete. Vi sarete chiesti, magari, dove nascono le feste; se così non è, direi che cominciare dovreste"… e dentro la cavità dell'albero, nel nero ignoto, verso il fantastico paese di Halloween. Gli abitanti cantano motivi gracchianti, danzano, alla fioca luce lunare, contorti balli convulsi, gioiscono eccitati di fronte ad agghiaccianti giochi, familiari divertimenti per la cittadinanza. Niente pare turbare l'ordine pacifico degli eventi che ruotano ciclicamente attorno alla festa annuale, secondo una consuetudine acquisita per un'assimilata forma di eredità. Jack Skeletron, re di Halloween, sovrano supremo, eccelso mostro, ammirato, idolatrato ed imitato dagli orribili vassalli – proprio lui – patisce una dissennata insofferenza verso gli usi e costumi del regno oscuro. La visita inaspettata alla Città del Natale costituisce l'elemento deflagrante all'interno dell'anima afflitta di Sua Maestà, pronta a confondere l'improvvisa novità con una nuova pratica celebrativa, tesa a divenire rapidamente imminente tradizione da apprendere, plasmare e tramandare. Lo sviluppo della storia – insaporita di acuta ironia – racchiude in sé un definito senso allegorico, attraverso il quale lo spettatore riflette sull'inevitabilità della personalità individuale, propria ed esclusiva, dotata di pregi e difetti, difficilmente capace di sovvertire le soggettive peculiarità. L'ossessiva considerazione del Natale forza Jack a contemplare una festa rivoluzionaria, distante anni luce dalle caratteristiche di Halloween, che si rivelerà un disastro totale, deludendo sia i propri concittadini che gli abitanti della coloratissima terra innevata. Non arriverà troppo tardi il momento in cui sarà ben chiara la necessità di difendere ed apprezzare le qualità singolari di ogni popolazione, auspicando una felice e lodevole convivenza tra di esse, senza peccare di eccessiva (ed ipocrita) coesistenza: tutti i tentativi di adeguamento al Natale, sperimentati da Jack, risultano sconclusionati e fallimentari, rendendo il comportamento dello Scheletro alquanto bizzarro e inadatto. Tutto vero. Perfettamente collimante all'estensione del racconto, ma… "Nightmare Before Christmas" è molto altro. In generale, un film non è solo svolgimento di una trama, non è solo narrazione, non è solo pensiero; è anche sicuramente emozione. L'opera ideata da Tim Burton e diretta da Henry Selick è "soprattutto", fortemente, coraggiosamente, pura emotività, profonda suggestione, istinto vibrante, ispirato dalla poetica resa espressiva dell'animazione stop-motion, magico linguaggio manifestato per mezzo di piccoli, immensi, esili, potenti, fantocci. Lo schermo è intriso di magia, come fosse preda di un incantesimo composito, incanto di musica e sguardo, grazie alle voci di Danny Elfman e di Renato Zero (grandioso!) nella versione italiana, e del visivo spettacolo immaginifico di paesaggi e burattini. La bellezza di Nightmare Before Christmas trova ragione d'essere nel duplice stato di estrinsecazione ottica: se da una parte quel che si vede assomiglia moltissimo alla realtà, destando stupore e meraviglia, altrettanto emozionante appare la palese artificiosità delle immagini, così magnificamente manipolate, trasformate, adulterate da presentarsi quale dipinto magistralmente eseguito. A tale riguardo, continui sono i richiami, più o meno velati, ad opere d'arte, pittorica, cinematografica o letteraria: i tratteggi degli sfondi riportano alla mente le minute e preziose pennellate di Klimt, mentre le linee forti e contorte dei mostri echeggiano la mano di Schiele; al contrario, le unità, spaziali e corporee, della Città del Natale risuonano delle piene e morbide sagome di Botero. Le composizioni scenografiche ricordano le geometrie assurde e disarticolate de "Il gabinetto del dottor Caligari"; le figure smunte e allungate dei pupazzi rimandano alle funeree sembianze di Nosferatu; la storia di Frankenstein è sin troppo riconducibile al personaggio di Sally, creatura smembrata, nata dalle mani di un folle scienziato; la grande comunità di Halloween è lo specchio allargato della famiglia Addams, umoristico nucleo nero. Jack, moderno Amleto, declama Shakespeare in un tormentato monologo; in seguito, frenetico ospite della Città del Natale, si curva sui bambini addormentati nel letto, come a riprodurre in un'incisione del Doré l'orco cattivo, chino sui sogni di giovani vittime. Capolavoro senza tempo, "Nightmare Before Christmas", rappresenta la parte poetica della fantasia, tradotta in un leggero fiocco di neve, nello spago blu di una bambola innamorata, nelle due ombre vicine al chiaro di luna. Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.

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