La recensione del film Nella tana dei lupi

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NELLA TANA DEI LUPI - RECENSIONE

Nella tana dei lupi recensione
Recensione

di M. Nottoli
[Nella tana dei lupi recensione] - A Los Angeles rapinano una banca ogni 48 minuti. Al che, nell'ordine, ci chiediamo: 1- ma c'è ancora gente che rapina le banche, come fossimo nel West nell'Ottocento? 2- ma sarà poi vero? 3 - Se fosse vero, perché ancora ci si stupisce? Se rapinano una banca ogni 48 minuti bisognerebbe stupirsi quando non la rapinano! Vabbè, riflessioni a margine. Nella tana dei lupi di Christian Gudegast vuole mettere subito in chiaro di essere un cazzo di film. Da un lato ci sono dei cazzo di ladri con due palle così, dei tatuaggi così e dei muscoli così, guidati da tal Merrimen, aka Pablo Schreiber (fratellastro di Liev). Dall' altro, dei cazzo di poliziotti con due palle così, dei tatuaggi così e dei muscoli così, capitanati da Big Nick, aka Gerard Butler il quale dice cazzo ogni due parole e, con le vene gonfie del collo, sembra sempre sul punto di ruttare. Il cazzo di poliziotto ci mette un secondo a capire che sono dei cazzo di ladri in quanto hanno scelto di fare il colpo vicino all'aeroporto, pertanto lì gli elicotteri della polizia non possono volare (?). Ergo: sono dei professionisti. Insomma, poche chiacchiere, ci troviamo di fronte ad una sfida tutta virile tra guardia e ladri fatta da uomini duri, col pelo sullo stomaco. Avete presente Heat? Un po' peggio. Là De Niro e Pacino si confrontavano civilmente al tavolino di un bar ammirandosi a vicenda, qua Gerard Butler e compagnia bevono birra, puzzano di sudore e si fottono le fighe. Ma entrambi non vogliono tornare in galera. Sgombriamo il campo dagli equivoci: quando procede a suon di smargiassate il film funziona, è divertente e fa salire l'adrenalina in attesa dello scontro finale tra i due galli nel pollaio. Peccato che poi si incagli in oltre 40 minuti di una rapina dal piano tanto complicato quanto confuso che progressivamente non fa che intiepidire i bollenti spiriti fino a farli evaporare del tutto, quando, dopo 40 minuti di mosse e contromosse cervellotiche (alzi la mano chi ha capito il piano), ci si ritrova quasi casualmente a spararsi per strada imbottigliati nel traffico. Avesse continuato a mostrare i muscoli invece del cervello avremmo preferito, anche perchè sul cervello nutriamo qualche perplessità, vedi l'ultimo colpo di scena, buttato lì e chiuso in maniera affrettata. Se almeno nelle intenzioni, Nella tana dei lupi si presentava come un heist movie ambizioso, l'Heat del nuovo millennio, con dei personaggi potenzialmente iconici al punto da essere introdotti uno ad uno con tanto di freeze frame e nome in sovrimpressione, dobbiamo rilevare che, al di là dell'etichetta, di tutti costoro non rimane molto di più. E se è vero come è vero che Nella tana dei lupi si può riassumere in una competizione tutta maschile a chi ce l'ha più grosso, alla fine il titolo rimane vacante perché ce l'hanno tutti piccolo. (La recensione del film "Nella tana dei lupi" è di Mirko Nottoli)
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