La recensione del film Natale a Londra

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NATALE A LONDRA - RECENSIONE

Natale a Londra recensione
Recensione

di R. Baldassarre
[Natale a Londra recensione] - Natale a Londra – Dio salvi la regina, cosa dire a tal proposito? Beh, innanzitutto che si riconferma come il tradizionale prodotto comico della dinastia De Laurentiis in uscita nel periodo natalizio, attraverso una massiccia distribuzione sul suolo italico da parte della Filmauro, cioè sempre De Laurentiis. Poi, cosa c'è da rilevare ulteriormente? Che viene mantenuto il duo comico protagonista delle predenti pellicole, cioè la coppia Lillo & Greg, su cui girano intorno gli altri comici ingaggiati. Ah! Inoltre viene riconfermato per il terzo natale anche il regista Volfango De Biasi, in passato giovanissimo autore con vezzi cine-aulici, però di velleitari risultati. Ci sono annotazioni aggiuntive? Anche quest'anno una storia corale, composta da un eterogeneo cast di contorno, con ogni comico che decanta i suoi frizzi e lazzi regionalistici. Eterogeneo anche per quanto riguarda il pedigree artistico, che mischia attori di cinema a comici di provenienza televisiva. Ecco, questi sono gli unici dati che si possono vergare su Natale a Londra – Dio salvi la Regina, per qualificarlo come l'unico e "atteso" cinepanettone tradizionale. Perché poi, se di Natale ce n'è poco (prime immagini romane con un sole che spacca le pietre, e a seguire pochi squarci londinesi con decorazioni natalizie – sicuramente scene girate a ridosso dell'uscita), anche di Londra c'è poco o nulla (i muraglioni e le fatiscenti imbarcazioni del Tevere spacciate per il Tamigi). Su ciò si potrebbe anche soprassedere, e tenere a mente che dopotutto il cinema è finzione, che è una fantasmagorica costruzione spazio-temporale, però da questi ultimi due rilevamenti spocchiosamente critici, si nota come il cinepanettone di De Laurentiis si sia deteriorato, impoverito. L'accostamento di NATALE + LONDRA è solamente uno specchietto per le allodole, in cui il primo termine è per sfruttare il "genere" creato da De Laurentiis, e il secondo termine per rendere più "pepato" il nuovo episodio. Perché alla fine, assistendo alla pellicola, che è senza neve e alberi agghindati, si nota che anche questa storia, come il precedente Natale col boss, poteva essere narrato e ambientato – e poi proiettato nei cinema – anche in un altro periodo dell'anno. In questa "nuova" avventura, costruita addirittura da sette sceneggiatori, tutta la vicenda è praticamente avulsa dal periodo stagionale in cui dovrebbe essere ambientata. È una storia di malviventi all'amatriciana che devono fare il grosso colpo al Buckingham Palace, in cui si cerca di infilare più gag, sia orali che fisiche, possibili. Praticamente un mix di I soliti ignoti + Rififi + Topkapi (e scene estrapolate da altrettanti film, tra cui quelli di Bud Spencer & Terence Hill), però tutto realizzato al risparmio, produttivo e d'inventiva. Ok, non che i cinepanettoni precedentemente sfornati fossero kolossal produttivi, però c'era più cura nelle ambientazioni estere, e le gag erano ben connesse all'ambientazione, cioè erano più funzionali (rimane ancora nella memoria Boldi che si pulisce il sedere con le bende di una mummia). Detto ciò, con la usuale mannaia critica che annualmente si abbatte su queste pellicole, bisogna anche sottolineare che Natale a Londra ha una manciata di battute e/o situazioni che fanno ridere, e anche di gusto. Sono quelle scene in cui probabilmente gli sceneggiatori non si sono troppo impuntati nel cercare la gag a tutti i costi, e quindi il frizzo e/o il lazzo è scaturito più genuino e funzionale. Lillo e Greg sanno fare il loro mestiere, anche se cominciamo a mostrare un poco la corda, mentre Nino Frassica, genio del nonsense verbale, ha purtroppo poco spazio vocale. Ninetto Davoli… in pratica una guest star che poteva anche non esserci, però ha la battuta migliore di tutta la storia (citarla significherebbe rovinare il 98% del film). Comunque, il banchetto finale, con brindisi di buon natale e buon anno (seppure fuori c'è un luminoso sole autunnale), ci conferma che è natale, quindi è tutto è a posto, e forse tutto in ordine. (La recensione del film "Natale a Londra" è di Roberto Baldassarre)
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