La recensione del film Mr. Ove

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MR. OVE - RECENSIONE

Mr. Ove recensione
Recensione

di R. Baldassarre
[Mr. Ove recensione] - Il primo caloroso applauso va riservato all'Academy Two, che seppure con due anni di ritardo distribuisce in Italia la pellicola svedese En man som heter Ove, titolo che viene tradotto in italiano con un conciso Mr. Ove. Avvezzi nel considerare che il cinema svedese migliore sia solo quello di Ingmar Bergman, anche dopo dieci anni dalla sua scomparsa, ecco che la pellicola di Hannes Holm ci regala ai nostri occhi un puro gioiello cinematografico, per grazia di narrazione e calibrata composizione visiva. Un prezioso esempio di come un film dovrebbe rappresentare, con toni cinematografici, la vita e i sentimenti. Mr. Ove, inteso come personaggio e come film, lo si osserva inizialmente con circospetto, con distanza, per poi essere avvolti e coinvolti dalla storia che si compone e si concreta fino allo struggente finale. Tratto dall'omonimo romanzo del giovane Fredrik Backman, autore di libri che scalano rapidamente le classifiche, il film è un ritratto di quest'anziano svedese vecchio stampo, tanto rigido nel suo modo di vivere e nel relazionarsi con gli altri, quanto permeabile nel recepire il mondo che cambia intorno a lui. Ove Lindahl ci viene presentato subito come un coriaceo e scorbutico vecchio, tendente alla misantropia (i suoi compulsivi comportamenti con i vicini ricordano quelli di Melvin Udall di Qualcosa è cambiato), ma la verità è un'altra, come scopriremo lentamente. È proprio la costruzione a puzzle della storia, con importanti momenti del passato raccontati da Ove medesimo, che va a comporre, tessera dopo tessera, nel finale un quadro completo della sua figura, che lascia sorpresi e commossi. Ma Mr. Ove è una commedia o un dramma? La particolarità di questa pellicola è proprio che la narrazione raccoglie ambedue i generi, o sarebbe meglio dire gli umori, a volte mischiandoli anche assieme. Questa "incredibile" storia di Ove è in pratica la sintesi della vita di un essere umano, che può essere piena di felicità ma anche di dolore. Ma non mancano nel film anche tocchi grotteschi e, soprattutto, toccanti attimi sentimentali (gli ultimi momenti con la moglie Sonja). Probabilmente nel finale Hannes Holm strafa nello sdolcinato, ma per come è stata cesellata la storia, adattata per lo schermo dello stesso regista, lo spettatore ci viene portato dolcemente per mano. Durante la pellicola si ride molto, come ad esempio con i demenziali tentativi di suicidio di Ove, oppure con la lotta Saab vs. Volvo, ma si inumidisce rapidamente anche la pupilla, quando vediamo i suoi amorosi slanci (sempre trattenuti dalla freddezza) verso la moglie. Eccezionale l'interpretazione del Rolf Lassgard, che sotto un ottimo make-up, dà volto e umori al borbottante personaggio, spaziando dal ridicolo all'amorevole. Ed eccellente anche Filip Berg, che interpreta Ove Lindahl da giovane. Il suo atteggiamento perennemente ispido, ma con sprazzi di sentimento, lo fa sembrare un Buster Keaton a colori. (La recensione del film "Mr. Ove" è di Roberto Baldassarre)
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