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Motel recensione] - Il titolo originale di questo film è "The Bag Man" ed è forse più appropriato dato che è proprio la borsa che Jack (John Cusack) deve portare a Dragna (Robert De Niro) la vera e propria protagonista di questo thriller che a fatica si regge in piedi. Il regista stipa pochi personaggi in questo motel di terza categoria e ambienta tutto in una notte, la notte in cui Jack attende che Dagna venga a prendersi quanto dovuto per lasciargli il suo compenso. Nel corso di tutto il film troviamo una scarsa psicologia del personaggio che sembra chiara solo in De Niro che si ritrova ancora una volta nel ruolo del boss, niente di nuovo. La trama, a tratti abbastanza scontata, diventa monotona dopo l'ennesimo omicidio di un Cusack che sembra quasi non avere voglia di fare nulla, in compagnia di una spogliarellista (Rebecca Da Costa) che nel 90% delle scene è seminuda e messa lì per farsi ammirare. I personaggi sono tutti inusuali, a partire dal direttore psicotico del motel che gira camminando sulla sedia a rotelle della defunta madre fino ad arrivare al folle sceriffo che pensa a frustare chiunque arresti e poi si fa strigliare al telefono dalla moglie che lo aspetta a casa. Persone che sembrano tutte interessate a questa borsa e al suo contenuto ma non veniamo mai a sapere perché. Lavorano per Dragna? Vogliono far fuori Jack per conto di un altro boss?
Il finale che rovescia tutto il film dovrebbe lasciare senza fiato ma gli indizi sparsi nel frattempo sono troppi e arriviamo agli ultimi minuti già sapendo cosa succederà e come. Certo, la tensione riguardo il contenuto della borsa che nessuno può aprire (nemmeno lo stesso Jack) è sempre molto alta, soprattutto quando poi veniamo a scoprirne il contenuto, ma comunque non riesce a sostenere il tutto.
Ci sarebbe forse stato bisogno di una sceneggiatura più dettagliata, più attenta ai personaggi e che nascondesse qualche particolare per poter lasciare più spazio alla tensione e allo stupore che un thriller è portato a mostrare.
Insomma, Grovic trae ispirazione dall'analisi di una fiaba fatta da Marie Louise Von Franz e cerca di inserirla in uno schema aristotelico, il tutto ambientato in un motel di periferia e il risultato è solo confusione con qualche sprazzo di luce.
(La recensione del film "
Motel" è di
Rachele Di Paolo)
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