La recensione del film Most Beautiful Island

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

MOST BEAUTIFUL ISLAND - RECENSIONE

Most Beautiful Island recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Most Beautiful Island recensione] - L'America è sempre luogo d'immigrazione clandestina. New York è il porto d'approdo di tanti immigrati, giovani e meno giovani, che lasciano il proprio paese per svariati motivi e cercano in questa grande e frenetica città statunitense un momento di vita migliore, un futuro, forse. La Luciana di "Most Beatiful Island" è proprio un' immigrata clandestina. Spagnola, senza documenti e senza soldi, Luciana Alhambra (Ana Asensio) sta fuggendo da un ricordo doloroso e non rifiuta nessuna opportunità pur di guadagnare soldi per riuscire a sopravvivere. E' Olga (Natasha Romanova), una sua amica di origine russa, come lei squattrinata, a proporle un lavoretto facile facile. Luciana deve solo presenziare ad un party, vestita elegante senza fare nulla su cui non sia d'accordo. "Most Beatiful Island" è il primo lavoro di regia di Ana Asensio, che interpreta anche la Luciana del film. Uno sguardo realista che la Asensio filtra dietro la mdp su un mondo sporco, in cui i ricatti economici sono gestiti da gente senza scrupoli, gente appartenente anche a ceti sociali abbienti, che per puro crudele divertimento approfittano di giovani donne in bolletta e senza permesso di soggiorno per trarne momenti adrenalinici estremi. La Asensio racconta una storia scabrosa, nutrita di scandalosa perversione morale e sceglie uno stile cinematografico in un continuo gioco di sovversione e tradizione, cambiando spesso i tempi e la durata delle inquadrature, che a volte si allungano oltre il necessario o al contrario s'interrompono troppo presto. Con la telecamera in spalla la velocità varia a seconda del momento e del posto e quando la narrazione rallenta è il pathos protagonista della scena, e la cinepresa si muove come un occhio comune, diventa un'incarnazione dello sguardo umano, in attesa, interrogativo di una morale intrisa di sporcizia umana. Nel complesso "Most Beatiful Island" è un buon lavoro cinematografico, realizzato in sinergia tra sceneggiatura e regia in cui buon merito va dato a Francisco Bello per un montaggio a lunghi frammenti. Il film si propone anche come racconto autobiogrfaico della stessa regista nel ricordo del suo trascorso passato d'immigrata in un'elaborazione di ricordi dolorosi e frustanti. La Asensio riesce molto bene nella sua denuncia, additando un mondo sporco e senza scrupoli che usa reclutare ragazze ricattabili, usarle e anche ammazzarle se il caso lo richiede, come succede in quella stanza buia e sinistra di quello squallido scantinato newyorkese. (La recensione del film "Most Beautiful Island" è di Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Most Beautiful Island":




Torna ai contenuti | Torna al menu