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Monsters University recensione] - Pixar-Tutti gli altri: 1-0. Ancora una volta, i dream-makers californiani hanno doppiato in volata il loro codazzo di concorrenti: con Monsters University, pre/sequel del fortunatissimo Monsters&Co, il team guidato da John Lasseter ha messo in rete un altro goal mirabolante, una di quelle imprese che fanno la storia di un gruppo e ne consacrano per sempre la genialità. Sapendo che le avventure di Mike e Sulley si erano degnamente concluse nel primo, indimenticato, Monsters&Co, il regista Dan Scanlon e gli sceneggiatori Daniel Gerson e Robert L. Baird hanno riportato i personaggi indietro nel tempo, al formarsi delle prime ambizioni e nel luogo in cui cercano di realizzarle: l'università. Una scelta calzante non solo perchè riapre il discorso narrativo, offrendo nuovi spunti di indagine su caratteri già ampiamente descritti dal primo film; ma soprattutto perchè li colloca in un contesto - il campus - che è la quintessenza della cultura giovanile americana, un pentolone di succosi clichè a cui attingere per creare tipi e situazioni memorabili. Ecco dunque Mike Wasowski inquadrato come il secchione impenitente di turno, deciso a diventare un campione di spavento nonostante i geni non siano dalla sua parte. Di contro, Sulley è lo svogliatissimo erede di una leggenda di mostrilandia, promettente nell'aspetto ma di indole "bambocciona". Costretti dalle circostanze a coalizzarsi per accedere all'ambita Facoltà di Spavento, i due si uniscono a una sgangherata confraternita per vincere i pregiudizi del temibile rettore e dimostrare a tutti il loro reale valore. Tra gare di repellenza, goliardate tra confratelli e scoperta di sintonie insperate, Mike e Sulley tentano la scalata ai loro sogni e, tra una gag e l'altra, riescono a veicolare un bel messaggio sulla solidarietà e l'importanza del lavoro di squadra. Il sigillo Pixar, anche questa volta, si rivela una garanzia: di divertimento, di spessore morale e di qualità dell'animazione. Monsters University non è soltanto l'ennesimo mattone sul sentiero giallo per Oz: è una piccola pietra miliare, uno di quei prodotti meravigliosamente trasversali che ammaliano figli e genitori, un cult prima ancora di essere riconosciuto tale.
(La recensione del film "
Monsters University" è di
Elisa Lorenzini)
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