La recensione del film Miss Marx

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MISS MARX - RECENSIONE

Miss Marx recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Miss Marx recensione] - Dopo "Nico, 1988" Susanna Nicchiarelli torna, partecipando ancora al Festival del Cinema di Venezia, con un nuovo biopic non convenzionale su un personaggio femminile non convenzionale. "Miss Marx" racconta infatti a ritmo di punk le gesta della minore delle tre figlie di Karl Marx, Eleanor, emblema della donna forte ed emancipata che, alla morte di cotanto padre, ne raccoglie l'eredità proseguendone la lotta a favore dei lavoratori e delle classi più disagiate. La definizione di "film tutto al femminile" fino a qualche anno fa avrebbe potuto essere una notizia, oggi non ha più senso nemmeno sottolinearlo essendo divenuto la norma (il che va bene, resta da capire quanto ci sia di spontaneo in tutto ciò e quanto di ruffiano). Con un armamentario tecnico e linguistico moderno e alternativo, che va dall'uso stridente del commento musicale al montaggio di vecchie immagini di repertorio, a parentesi surreali fino allo sfondamento della quarta parete, "Miss Marx" possiede il raro pregio di essere un film politico che non si schiera politicamente, prediligendo l'ambiguità ed evitando il rischio, pur rimarcando la bontà delle idee espresse dai suoi protagonisti, di scadere nell'agiografia o nell'ideologia. Susanna Nicchiarelli nell'esaltare con autentica partecipazione la figura di Eleanor Marx (interpretata da Romola Garai), non manca infatti di sottolineare eloquentemente l'ironia insita nella contraddizione di un ambiente in cui i "paladini dei lavoratori" sono degli intellettuali appartenenti alla ricca aristocrazia europea che probabilmente non hanno mai lavorato un giorno in vita loro, vivono, tra la pubblicazione di un pampleth caustico e un j'accuse feroce, disseminando il pianeta di figli più o meno illegittimi, passano le serate fumando oppio distesi su preziosi tappeti orientali e divani Chesterfield attorniati da enormi vasi cinesi e dipinti seicenteschi (vecchio Marx incluso). Un'intellighenzia annoiata e intimamente frivola, scollegata dalla realtà, che difende i lavoratori senza conoscerli e senza capirli, pretendendo di combattere in loro nome per fornire loro migliori condizioni di vita quando i lavoratori, per non morire di stenti, chiedono e necessitano solo di lavorare. In altro, più colorito, modo si potrebbe dire "fare i gay col culo degli altri". In concreto, nè più nè meno di quanto succede oggi, quotidianamente. La stessa contraddizione che mina il "milieu" tratteggiato dal film è la contraddizione che segna la vita di Miss Marx e che ne sancirà la prematura dipartita. Eleanor infatti predica bene e razzola male, sbraita giustamente in pubblico a favore dell'emancipazione delle donne e della parità dei sessi ma nel privato si fa mettere ripetutamente i piedi in testa da quel debosciato che ha per marito, l'attivista e commediografo Edward Aveling, autore, ci informa Wikipedia, di numerosi reati a causa dei quali sarà poi estromesso dal partito socialista. Tornato da Venezia a bocca asciutta. Potentissima la colonna sonora punk/rock firmata dai Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo (La recensione del film "Miss Marx" è di Mirko Nottoli)
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