MEAN STREETS di Martin Scorsese
di Veronica Ranocchi
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
Uno dei film che ha spianato la strada a Martin Scorsese. Un film che si può considerare una sorta di
autobiografia del celebre regista. Tutto ambientato nelle strade di Little Italy, "Mean Streets" cerca
di mostrare l'ambiente nel quale Scorsese di è formato.
Charlie Cappa è un giovane di Little Italy che deve cercare di farsi strada all'interno dell'ambiente
nel quale si ritrova a crescere e vivere. Ad affiancarlo e a cercare di proteggerlo e, per quanto
possibile, c'è Giovanni, lo zio mafioso che vorrebbe per lui qualcosa di più e qualcosa che lo
responsabilizzi, ma che, per evitare che succeda qualcosa, si limita ad affidargli compiti semplici.
Anche perché Charlie non riesce ad allontanarsi da John Civello, soprannominato Johnny Boy, con il
quale è cresciuto e che è noto per mettersi costantemente nei guai, né da Tony DeVienazo, proprietario
di un bar. Nel frattempo a "complicare" ancora di più il tutto Charlie ha una storia con Teresa
Ronchelli, cugina di Johnny e epilettica che non è ben vista dallo zio.
Parallelamente a queste dinamiche Charlie vive anche un conflitto interiore, dovuto alla sua religiosità
che va a contrastarsi, per forza di cose, con la vita sregolata che si trova a condurre a causa
dell'ambiente nel quale vive e delle persone che frequenta. Come se non bastasse Johnny continua a
non essere una buona frequentazione, anzi. Il suo caratteraccio peggiora sempre più e lo porta a
numerose risse e problemi, soprattutto legati a questioni di soldi. Charlie, però, è sempre più deciso
ad aiutarlo, tanto da arrivare a trattare con lo strozzino Michael Longo. Questi, però, quando arriva
all'appuntamento fissato con Johnny dal quale deve avere una certa somma di denaro, si arrabbia
constatando che il giovane ha speso quasi tutti i soldi offrendo da bere a tutti i clienti del bar di Tony.
Nasce, quindi, una discussione molto accesa tra i due che culmina con Johnny che punta una pistola
contro Michael, costretto a uscire dal locale, ma pronto a seguire sia lui che Charlie che decidono di
andarsene insieme in attesa che la situazione migliori. Una volta usciti dal locale, però, il "socio" di
Michael spara diversi colpi colpendo sia Johnny che Charlie e causando, di conseguenza, un incidente
che è, di fatto, la conclusione del film.
Un film che, come detto, ha due caratteristiche principali. La prima è quella di essere autobiografico
e questo permette allo spettatore di entrare meglio in contatto con uno dei registi più importanti e noti
del panorama internazionale e di capire cosa lo ha influenzato e cosa lo ha portato ad essere quello
che conosciamo oggi. La seconda è l'aver tracciato la base per la sua filmografia successiva, con tanti
evidenti segnali e richiami. Si possono notare, infatti, analogie con gran parte dei suoi titoli più
recenti, ma anche rimandi a autori da lui sempre apprezzati e dai quali ha preso spunto per le use varie
opere.
In tutto questo, però, c'è un elemento non di poco conto. È vero che Charlie è il protagonista e che,
in qualche modo, incarna il regista, ma è interessante notare, oltre ai tratti che li accomunano, anche
il fatto che rappresenti il collante tra i due mondi: quello in cui si ritrova a vivere e quello "esterno".
Charlie è l'unico personaggio in grado di far, anche se indirettamente, ragionare gli altri. Il solo che
evita catastrofi e problemi che un personaggio come Johnny potrebbe creare in un batter d'occhio. O
almeno ci prova. E questa è la chiara rappresentazione dello stile di Scorsese e di quello stile che
ritroviamo nella maggior parte delle sue opere.
Abbiamo parlato di riferimenti e di spunti e, quindi, vediamo di quali si tratta. Non possiamo non
menzionare per esempio la contestualizzazione sopra le righe, per certi versi, che fa da contraltare
alla scenografia davvero curata in ogni singolo dettaglio e inquadratura. Ma ancora l'uso dello slang
di strada che il film prende in prestito e fa proprio. E al quale inevitabilmente si lega la figura
interpretata da Robert De Niro che, da questo momento, sarà lanciatissimo in ruoli "simili". Infine
dobbiamo, obbligatoriamente, parlare dell'umorismo nero che caratterizza ogni successivo film
gangster che porta la firma di Scorsese.
Anche i dialoghi meriterebbero un approfondimento a parte dal momento che, in film del genere, si
potrebbe pensare non siano fondamentali allo sviluppo della storia. Invece, nei film di Scorsese,
passando al vaglio tutta la sua filmografia, si nota come essi diventino sempre più fondamentali e
sempre più ricchi di informazioni e aneddoti quasi nascosti che lo spettatore più attento e più
affezionato riesce a cogliere e a fare propri.
L'osservatore attento noterà che la maggior parte della storia si svolge all'interno di un ambiente
relativamente circoscritto e che si limita a raccontare la "quotidianità" dei personaggi. Questo sia per
mostrare, appunto, la vita "comune" che il regista vuole condividere con i suoi spettatori, sia per una
questione legata al budget che, dovendosi mantenere entro un certo limite, non poteva prevedere
troppi spostamenti. Da questo punto di vista, quindi, forse un'unica nota negativa (se negativa si può
definire) e che porta, talvolta, a dei rallentamenti che uno spostamento o un cambio di rotta repentino
e improvviso avrebbero evitato.
Anche a livello tecnico, se si pensa che si tratta di uno dei primi lavori del grande regista, non si può
dire niente. Fotografia, montaggio e tutto il resto sono efficaci per la storia mostrata.
Stessa cosa per gli interpreti che modellano i personaggi intorno a loro e creano delle vere e proprie
icone destinate a durare nel tempo. Basti pensare a un Robert De Niro che, con la sua interpretazione
di Johnny, ha la strada spianata nell'olimpo dei grandi. Spesso ancorato a personaggi simili, deve
comunque tanto al primo ruolo conferitogli da Scorsese e che sembra creato apposta per lui. Ed è la
contrapposizione tra il suo personaggio e quello di Charlie a bilanciare completamente il film che,
fondamentalmente, ruota intorno a loro.
Apprezzabile è poi la scelta di usare la camera a mano per gran parte delle riprese che, oltre a conferire
autenticità e a immergere lo spettatore a pieno dentro la storia, è anche sinonimo di perfetta
rappresentazione dello stile di vita dei personaggi.
Un film che, più che attuale, anche oggi è necessario per conoscere completamente un artista come
Martin Scorsese e tutta la sua filmografia successiva. Lo era IERI, lo è OGGI, e lo sarà DOMANI.