La recensione del film Maps to the Stars

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MAPS TO THE STARS - RECENSIONE

Maps to the Stars recensione
Recensione

di Rosalinda Gaudiano
[Maps to the Stars recensione] - David Cronenberg si ripropone ancora una volta cambiando il linguaggio visuale nel suo significato più pervasivo e complesso. Il regista canadese, forse uno dei più originali del cinema di questi ultimi decenni, autore di film inquietanti, in "Maps to the stars", avvalendosi della valida sceneggiatura di Bruce Wagner, approfondisce e sviluppa il suo discorso su quello che lui stesso chiama un dramma familiare, ma non il solito tipo dramma familiare. La famiglia Weiss, è al centro della storia, con un padre, il dott. Sanford Weiss (John Cusack) guru nell'auto-aiuto, il figlio Benjie (Evan Bird) e la madre Cristina (Olivia Williams). I Weiss non vivono una quotidianità serena, sono ossessionati da problemi oscuri che lacerano le loro coscienze. Benjie è un adolescente sarcastico ed introverso, ben inserito nell'ambiente del cinema hollywoodiano, ed ha come manager sua madre Cristina. Ma c'è anche una sorella, Agatha (Mia Wasikowska), allontanata dalla famiglia per ben sette anni, che fa ritorno a Los Angeles per chiedere ammenda per un fatto scabroso da lei causato alla famiglia. Le problematiche oscure della famiglia Weiss sono rafforzate dall'ambiente del cinema di Hollywood, in cui arrivismi, gelosie, cattiverie sono parte del quotidiano. Havana Segrand (Julianne Moore) è il prototipo di donna attrice, una delle più importanti clienti VIP di Sanford Weiss, che vive una dimensione di sofferente vulnerabilità, perseguitata dai ricordi mutilanti del suo rapporto con la madre, anche lei attrice leggendaria. Cronenberg anche in "Maps to the stars" racconta l'uomo inghiottito dal dinamismo malato di una società che deve a tutti i costi apparire perfetta, immersa nella notorietà e fama, e perciò deve mascherare frustrazioni e lacerazioni personali. Il film parte lentamente, con dialoghi lunghi tra i personaggi chiave, tra i quali c'è il misterioso autista di limousine, Jerome (Robert Pattinson), un aspirante sceneggiatore, che è la prima persona che Agatha incontra al suo arrivo a Los Angeles. Una volta delineati i personaggi, caratterizzati nei loro ruoli, il gioco delle relazioni parte con sapiente suggestività formale nella rappresentazione di uno spaccato sociale e familiare di sorprendente drammaticità. Abbiamo Hollywood nella sua dimensione di icona di un sogno cinematografico, ma smascherato come modello cinematografico, e poi una famiglia, i Weiss, condannati alla schizofrenia, per un crudele e beffardo gioco del destino. Tutto, nella seconda parte del film si ricompone nel puzzle scomposto delle vite dei singoli personaggi, con risvolti terrificanti d'una realtà quotidiana stravolta da presenze misteriose, proiezioni di menti malate e inconsolabili. Con uno stile ed una poetica che delineano i parametri del cinema d'autore, "Maps to the stars" si distingue per l'autonomia artistica propria di David Gronenberg, per l'ottima recitazione del cast, nonché per la lineare scenografia di Carol Spier e la fotografia di Peter Suschitzky. (La recensione del film "Maps to the Stars" è di Rosalinda Gaudiano)
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