di R. Gaudiano
[
Luigo recensione] - Afflitto da una condizione economica disastrosa, il giovane Luigo (Angelo Colombo) non si arrende e persevera in una farsa quotidiana di affabulatore che tenta ogni sotterfugio per ingannare ed estorcere denaro a chi gli capita a tiro. Luigo ha un fratello, Zeno (Giovanni Morassutti), completamente immerso in un mondo ascetico, che si ciba di semi di lino e che ha rinunciato a tutti i suoi averi materiali. I due fratelli hanno perso entrambi i genitori in un incidente e sono letteralmente sul lastrico, in procinto anche di essere sfrattati. Luigo ha un angelo custode che si chiama Michela (Marta Lunetta). Amica e confidente, Michela lo sostiene sempre, prestandogli anche dei soldi. Ma la situazione per il giovane è ormai irrecuperabile, così, sempre con l'aiuto di Michela, insieme escogitano un piano che molto sa di surreale e che, oltretutto, non sarà senza bizzarre sorprese. Scritto e diretto da Stefano Usardi, qui al suo terzo lavoro di regia, "Luigo" scorre su un registro di commedia amara, nel racconto rocambolesco della quotidianità di questo giovane trentenne inghiottito dai debiti e preda facile di lestofanti aguzzini che dirigono le fila di crediti bancari. Lo scenario è una Bologna con i suoi vicoli, i larghi spazi aperti e i caratteristici porticati. Vivono una dimensione tra la realtà e il surreale i protagonisti di Usardi, declinati in una dimensione contemporanea di crisi di valori e ricerca spirituale. Luigo è il personaggio grottesco di una condizione di vita che si frantuma in mille pezzi e coinvolge le persone a lui più vicine. Vivendo senza freni nell'illegalità e nell'arte dell' arrangiarsi, Luigo è la caratterizzazione ben riuscita del perdente, di colui che si è giocato un patrimonio da irresponsabile ed irriverente nei confronti di tutto e tutti. Praticamente il film ruota intorno alla farsa della sua esistenza, in una ragnatela di relazioni sia famigliari che di amicizia e di disastri legali, sino allo sfinimento delle sue risorse fisiche, divorato dai debiti. Ma il personaggio di Usardi alla fine, aiutato e sostenuto, riesce a ricollocarsi in una dimensione di vita e non di morte. Costruito su una sceneggiatura che nella seconda parte del film perde a tratti consistenza, "Luigo" riesce e convince nella leggerezza della regia, che con lucidità descrive, alla fine, lo spaesamento esistenziale dei due fratelli ed il recupero delle loro esistenze. Di grande effetto i brani della colonna sonora originale di Sursumcorda, che scandiscono il montaggio di Alberto Rigno.
(La recensione del film "
Luigo" è di
Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "
Luigo":