La recensione del film Loving

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LOVING - RECENSIONE

Loving recensione
Recensione

di A. Bizzotto
[Loving recensione] - Duro e a modo suo solenne, per certi aspetti poco hollywoodiano. Il dramma umano dei coniugi Loving, che sperimentarono sulla loro pelle le conseguenze dell'ottusa arretratezza di una Virginia che nel '58 ancora vietava i matrimoni fra persone di diverse etnie, viene prima delle conseguenze storiche che la loro vicenda ebbe sul tessuto sociale americano. Il film di Jeff Nichols è intimo, freme ma non indulge alla magniloquenza. Anche se la sua storia poteva indurre in tentazione. Loving viviseziona il calvario di Mildred e Richard Loving, innamorati e felici finché lui non la porta a Washington per sposarla. Ma gli anni Sessanta non sono ancora arrivati, lei è afroamericana mentre lui è bianco: in Virginia la loro relazione è un reato. Dopo il carcere, l'esilio: per scongiurare il peggio, la pena da accettare è lasciare lo stato per venticinque anni, senza potervi rimettere piedi se non da soli, uno senza l'altro. Meno di sei anni dopo, Mildred non ne può più: scrive all'allora procuratore generale Robert Kennedy, raccontandogli tutto. Lui la fa contattare dall'American Civil Liberties Union. Si accende la miccia che nel 1967 farà crollare finalmente le restrizioni ai matrimoni interrazziali negli Stati Uniti: al termine della causa Loving contro Virginia la Corte Suprema dichiara incostituzionale il Racial Integrity Act del '24. Riconoscendo il matrimonio come un diritto civile basilare dell'uomo, innegabile sulla base di classificazioni razziali. Il regista mostra poco del procedimento legale, limitandosi a quanto necessario alla messa in scena di una storia che Joel Edgerton e Ruth Negga respirano e vivono, sostenendo un film costruito in buona parte sulle loro interpretazioni. Nichols spegne infatti il virtuosismo registico per far sì che si sentano i sussulti del dramma silenzioso dei Loving: lui parlò sempre poco e fu allergico alle telecamere, mentre la tenacia di lei fu più speranzosa che aggressiva. Perfino l'emissione della sentenza della Corte Suprema è mostrata solo finché serve a costruire l'emozione dei due protagonisti e a restituirla allo spettatore. Il resto tace, e Nichols affronta la vicenda con muta durezza anche nell'indignazione. Per questo la grande forza di Loving sta nelle prove di Edgerton e della Negga, entrambi candidati al Golden Globe, lei anche all'Oscar (che ha purtroppo lasciato fuori lui). Il loro mimetismo non impressiona durante la visione, ma si rivela perfetto nella completezza del film. Lui volutamente impacciato, straordinariamente sotto-espressivo e sempre presente, lei splendida in naturalezza ed emotività, finendo per consegnarci una delle migliori prove femminili della stagione. La delicatezza con cui ritraggono la storia d'amore, tenera e forte, è efficace anche nel contrasto che crea con la brutalità della legge, incarnata da poliziotti ottusi e violenti, dal carcere freddo e spoglio, dalla caustica ostilità della vita di paese. Ma anche dai piccoli conflitti che l'esasperazione può far nascere persino fra i legami familiari. (La recensione del film "Loving" è di Alessandro Bizzotto)
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