La recensione del film Lovelace

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LOVELACE - RECENSIONE

Lovelace recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Lovelace recensione] - 1972, anno in cui Jerry Damiano dirige "Gola profonda", un film porno che in quegli anni di un'America bacchettona e timorosa di Dio, fece parecchio scandalo. La protagonista Linda Boreman, in arte Linda Lovelace era una giovanissima donna introdotta nell'ambiente del cinema hard dal marito. Film-cult, "Gola profonda" (in Italia uscì con il titolo "La vera gola profonda") battezzò la pornografia a livello cinematografico, integrandola nella cultura popolare, fruibile da un pubblico esteso di giovani e meno giovani, insomma di gente curiosa del genere porno. I registi Robert Epstein e Jerry Friedman, con la sceneggiatura di Andy Bellin, ispirandosi alla vita della pornostar Linda Lovelace (Amanda Seyfried), tessono un racconto biografico, scandito in tre importanti momenti temporali. Il film inizia con l'ambientazione negli anni '70, quando Linda ancora poco più che adolescente, in compagnia della sua fedele e più trasgressiva amica Patsy (Juno Temple), ha voglia di vivere la sua giovinezza. La Florida è il luogo dove Linda si è trasferita con la famiglia da New York, per dimenticare un passato di ragazza madre. Ma i rapporti con la madre, moralista e bigotta (l'irriconoscibile Sharon Stone) e suo padre (Robert Patrick), all'apparenza più disponibile, non rendono serena la vita della giovane ragazza. Molto presto Linda si metterà nelle mani di Chuck Traynor (Peter Sarsgaard) e sposerà, ammaliata da un risibile sentimento amoroso, quest'uomo senza scrupoli e violento che si rivelerà in futuro il suo carnefice. Chuck, classica feccia umana, senza valori edificanti, fa affari nel gioco d'azzardo e nel mondo della prostituzione e del porno. Ed è proprio lui ad introdurre Linda nel mondo del porno, facendola diventare una star con il film "Gola profonda". Violenze, minacce, privazioni in tutti i sensi, alla fine Linda cerca aiuto, vuole a tutti i costi venir fuori da quel mondo falso e annichilente e soprattutto vuole essere liberata dal marito magnaccia. Dalla Linda porno-star, un salto temporale di sei anni ci porge una nuova Linda, ormai Marchiano, che racconta in un libro autobiografico la sua triste e tremenda storia. "Lovelace" riesce a dare solo a tratti un senso alla vita travagliata e triste di Linda Boreman. Purtroppo è proprio la scansione temporale, troppo affrettata, a penalizzare il film senza arrivare ad un corretto ed esaustivo racconto lineare. La Linda adolescente, la pornostar ed infine, la Linda ex pornostar, rivendicatrice dei diritti delle donne, ormai felicemente sposata Marchiano e madre di un bambino, sono ritratti affrettati e troppo superficiali, che non affrontano affatto l'evoluzione della donna Linda, sia in negativo che in positivo. Il racconto quindi scorre, ma senza però dare uno spessore significante anche a personaggi chiave come il delinquente Chuck, un tenebroso e posticcio Peter Sarsgaard. Forse il personaggio che convince di più è proprio la madre di Linda, che riesce a rappresentare quella spaccatura insormontabile tra lei ed una figlia ormai considerata persa. Apprezzabile la fotografia di Eric Alan Edwards, dai colori ipersaturi che giocano sapientemente con un'ambientazione anni '70. (La recensione del film "Lovelace" è di Rosalinda Gaudiano)
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