La recensione del film Love, Marilyn

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LOVE, MARILYN - RECENSIONE

Love, Marilyn recensione
Recensione

di Ylenia Pettinelli
[Love, Marilyn recensione] - "Vuoi vedere come divento lei?", disse ad una sua cara amica per strada. Così abbassò le palpebre, schiuse le labbra, modificò la postura, iniziando a camminare ondeggiando suadentemente i fianchi. In un attimo iniziò la magia e comparve Marilyn Monroe, il personaggio, la diva sexy del cinema americano anni '50. Lei, però, era molto di più. Una donna complessa, bisognosa di conferme affettive, vitale e depressa, tanto intelligente da creare un personaggio, tanto fragile da rimanervi intrappolata dentro. Il bel documentario di Liz Garbus nasce da lettere, poesie, memorie, pensieri, annotazioni di vita quotidiana e riflessioni profonde, riaffiorate dopo ben 50 anni da due scatoloni ritrovati nella casa del suo maestro di recitazione all'Actor's Studio di New York, Lee Strasberg. Dopo più di mille libri sulla diva scritti da studiosi, appassionati di cinema e romanzieri, Liz Garbus fa parlare Marylin stessa, senza reticenze, senza giudizi di sorta, senza pettegolezzi, in un racconto corale portato avanti da critici, giornalisti e registi, da chi la conosceva professionalmente e nella vita privata. E si scopre una donna volitiva, sempre pronta a mettersi in gioco e migliorarsi per far fronte alla responsabilità che sentiva derivare dal mestiere di attrice; come pure la moglie attenta ad imparare a cucinare per il suo consorte italiano, Joe DiMaggio, e quella frustrata e afflitta dal matrimonio con Arthur Miller, del quale non si sentiva mai all'altezza. La scopriamo abile donna d'affari, capace di gestirsi e volenterosa di aprire una sua casa di produzione indipendente, come pure triste e disperata nella sua solitudine. Un ritratto variegato, intimo e sensibile, senza essere cieco a ciò che Marilyn Monroe è stata per il cinema e la storia americana. Di certo, la voce di Marilyn aggiunge mistero al mistero. Nella conferenza stampa il medico dichiarò la sua morte un suicidio da overdose di barbiturici. Eppure in una delle ultime lettere indirizzate a Strasberg parla di voler guardare avanti, di voler esserci nel futuro e di progetti come produttrice, parole di una donna che amava nuovamente la vita. (la recensione del film Love, Marilyn è di Ylenia Pettinelli)
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