La recensione del film Love and Mercy

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LOVE & MERCY - RECENSIONE

Love and Mercy recensione
Recensione

di Giulia Mazza
[Love and Mercy recensione] - Anni '60. Brian Wilson e i suoi Beach Boys sono all'apice del successo: con le loro hit più famose incarnano quella California da cartolina fatta di surf, pelle abbronzata dal sole e belle ragazze. A ogni concerto il pubblico impazzisce e ogni nuovo album è disco d'oro. Anni '80. Melinda Ledbetter (Elizabeth Banks) vende Cadillac a Los Angeles. Un giorno dalla porta del salone entra un tipo dall'aria stralunata, affascinante nella sua stranezza, che decide di comprare la prima auto che vede, una Seville marrone. È Brian Wilson: cosa è accaduto al genio che ha definito non solo il "California sound", ma che ha composto capolavori che hanno cambiato la storia della musica? Si muove, alternandoli, su due piani temporali "Love and Mercy", biopic diretto da Bill Pohland e co-sceneggiato da Oren Moverman e Michael A. Lerner. Il regista ha scelto momenti precisi e altamente significativi per raccontare la complessa figura di Wilson, scegliendo due attori diversi per interpretarli. Così è Paul Dano – spontaneo, fisicamente somigliante al cantante, immediato – a rappresentare il Brian Wilson più giovane. Sono gli anni del successo, sì, ma anche del passaggio da primo corista a compositore puro; della sperimentazione di suoni nuovi che porteranno alla nascita di un capolavoro come "Pet Sounds", ma anche delle droghe e delle prime esperienze allucinogene. Il Brian adulto ha invece il volto di John Cusack che, lontano dai ruoli a cui siamo abituati, ci restituisce la fragilità di un uomo che ha conosciuto l'insuccesso ed è rimasto schiacciato dal proprio talento. Su entrambi, pesa il rapporto con due "padri". Quello naturale, innanzitutto, un uomo fisicamente violento che è incapace di gestire e apprezzare la genialità del figlio. Poi c'è quello "putativo", il dott. Eugene Landy (interpretato da un bravissimo Paul Giamatti), psicoterapeuta che promette di rimettere in piedi un Brian Wilson ormai allo sbando, ma che di fatto lo pone sotto il suo totale controllo, annullandone la personalità a suon di psicofarmaci e abusi psicologici mascherati da "cure necessarie". L'amore e la misericordia del titolo (dal titolo di uno dei primi singoli di successo della carriera solista del cantante) hanno il volto e il corpo di Melinda Ledbetter, l'unica capace di far breccia nel muro di pillole e afasia che circonda il cantante, e a salvarlo da quel vortice autodistruttivo iniziato molti anni prima e destinato a spezzarlo del tutto. I fan dei Beach Boys non potranno non apprezzare "Love and Mercy", che è ricco di citazioni musicali e dedica tanto spazio alla complessità del processo creativo di Brian Wilson, oggi riconosciuto e celebrato da tutti come un uomo che ha saputo cambiare il modo di fare musica, anche "leggera". Ma la compenetrazione del momento compositivo con la sfera più intima e personale del cantante – i cui eccessi e fragilità somigliano più a quelli di un genio matematico incompreso, che non a quelli di una star della musica – non potrà non appassionare anche quanti non conoscono le sue canzoni (pochi, si spera). Che, a fine film, sentiranno il bisogno di recuperare la discografia dei Beach Boys, "Pet Sounds" in primis. (La recensione del film "Love and Mercy" è di Giulia Mazza)
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