La recensione del film Lourdes

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LOURDES - RECENSIONE

Lourdes recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Lourdes recensione] - Thierry Demaiziere e Alban Teurlai, documentaristi dall'occhio attento, nei loro lavori colgono soprattutto il lato profondamente umano di chi osservano dietro la mdp. I loro precedenti documentari, "Rocco Siffredi" e "Reset", raccontano l'altra faccia di una realtà che normalmente alla gente sfugge, perché fa parte di quella dimensione della vita che non va in scena, ma prepara la scena. Così è per il loro nuovo documentario "Lourdes", un lavoro inedito, frutto di un anno di militanza sul territorio francese. "Lourdes" è un documentario diverso, dopo film, reportage televisivi, che hanno messo in evidenza soprattutto il lato commerciale del viaggio che migliaia di gente compie per devozione ed anche per disperazione. La differenza di "Lourdes" sta proprio nel significato umano profondo che i due documentaristi sono riusciti a cristallizzare. La mdp di Thierry Demaiziere e Alban Teurlai punta sui volti dei pellegrini, sulle espressioni di gioia e di dolore, di speranza. Ma soprattutto "Lourdes" mette in scena il pellegrinaggio autentico di un'umanità che si affida incondizionatamente al trascendente e in questo sentimento emotivo trova la ragione di un'esistenza difficile, dolorosa, mortificata nell'anima e superando persino la fede permette di accettare la vita così com'è. Non c'è niente di inespressivo in "Lourdes". C'è un momento di vita collettiva, straordinario e potente. I volontari che guidano coloro che assistono i malati lo fanno con consapevole garbo, raccomandandosi di usare delicatezza e amore. Genitori accompagnano figli privati di autonomia motoria, che si aggregano nel grande immenso esercito di un'umanità "altra", sofferente, provata nel corpo e nell'anima, e che in quel pellegrinare si percepisce forte e normale. Il volto sorridente del piccolo Jean Baptiste, affetto da una malattia genetica rara come suo fratello Augustin rimasto a casa con la mamma, è l'espressione della vivacità della vita. Jean Baptiste è accompagnato dal padre militare che da quella esperienza di fede collettiva spera di rientrare a casa più forte per affrontare la malattia del figlio. Jean Baptiste sereno e felice per la straordinaria esperienza, esprime la schiettezza della purezza innocente propria dell'infanzia, ignara del destino che l'attende. "Lourdes" riesce proprio in questo bellissimo messaggio, carico di sentimento profondo che accomuna una moltitudine di persone che si recano nell'anno a toccare la roccia di quella grotta con un cuore gonfio di speranza nuova. Thierry Demaiziere e Alban Teurlai colgono i volti di personaggi, pellegrini fra tanti, che si raccontano davanti alla telecamera. Così è per prostitute che si recano nella grotta della Madonna per un miracolo assurdo, una possibile redenzione. Alla fine lo spettatore si sente emotivamente coinvolto nella scena, accomunato in quella silenziosa e dignitosa sofferenza, elemento distintivo di un'umanità che pur nella propria ingrata diversità, cerca la ragione di vivere. (La recensione del film "Lourdes" è di Rosalinda Gaudiano)
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