di R. Gaudiano
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Life Non oltrepassare il limite recensione] - Quante volte ci siamo chiesti se nello spazio esistono forme di vita su pianeti sconosciuti, soprattutto su Marte? Gli scienziati da tempo immemorabile guardano, scrutano e si avventurano verso il mondo affascinante dell'universo inesplorato. Daniel Espinosa, regista svedese di origine cilena, oramai ben affermato nel campo cinematografico, declina sullo schermo un messaggio non solo forte ed inquietante ma anche sorprendentemente veritiero. "Life-Non oltrepassare il limite", è il suo ennesimo lungometraggio, sceneggiato da Rhett Reese e Paul Wernick. Sei astronauti sono a bordo di una stazione spaziale internazionale. Il tecnico della squadra, Roy Adams (Ryan Reynolds) in fase di ricognizione fuori dalla navicella raccoglie dei campioni non definiti. Uno di questi campioni ben presto si rivelerà una cellula viva che, con grande gioia del dottor Hugh Derry (Ariyon Bakare) che si occupa della sua evoluzione, risponde ad una serie di stimoli da lui stesso praticati nel laboratorio della stazione orbitante. "La cellula", a cui viene dato il nome di Calvin, nel giro di alcune settimane si adatta molto bene al nuovo ambiente. Questo mostriciattolo alieno cresce ed interagisce, attivando in modo esponenziale il suo sistema evolutivo, fino al punto di rivelarsi ben presto molto pericoloso. Film di fantascienza, "Life-Non oltrepassare il limite" si annovera dignitosamente nel genere fantascientifico. Anche se il soggetto è stato abusato in altri lavori cinematografici, il film si distingue per un messaggio allusivo ad una forma gratuita d'ingerenza in uno spazio "altro". Calvin rappresenta, nella sua metafora estrema, il prigioniero, il diverso conquistato, di cui non si conosce assolutamente nulla e che si manifesta nelle sue plurime possibilità di attacco e di difesa. L'inaspettata conquista di questa cellula con un nucleo, che è in effetti un citoplasma, sarà fonte, per la compatta equipe di astronauti, di esperienze terrificanti che trasformeranno quel ristretto spazio abitativo in un vero e proprio campo di battaglia contro il viscido, ma a quanto pare intelligente, marziano tentacolato che, per sopravvivere mieterà vittime sacrificali. Lo stile di Espinoza qui riassume uno spunto narrativo di tutto rispetto sia per la forma che per il contenuto, senza cadere in tempi scenici morti. Supportato dalla valida scenografia di Celia Bobak e dal montaggio di Simon Burchell che riesce a rendere efficace il topos del racconto, cui si aggiunge l'ottima recitazione di un cast d'eccezione tra cui Jake Gyllenhaal, "Life-Non oltrepassare mai il limite" riesce a creare empatia con lo spettatore. Espinosa si serve di una pluralità di codici come immagini in movimento e fisse, dialoghi, segni grafici, suoni, rumori, musica che realizzano la peculiarità del linguaggio audiovisivo del film. Spesso, durante la visione, l'adrenalina allerta le pulsazioni e viene spontanea la riflessione: nella realtà, i nostri amati eroi scienziati avranno coscienza che gli alieni, i marziani, i possibili esseri viventi, "diversi" da noi, se davvero si arrivasse a conoscerli, potrebbero consideraci intrusi e colonizzatori e quindi… difendersi? Espinosa insegna!
(La recensione del film "
Life Non oltrepassare il limite" è di
Rosalinda Gaudiano)
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