La recensione del film Le Meraviglie

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LE MERAVIGLIE - RECENSIONE

Le Meraviglie recensione
Recensione

di Sara Medi
[Le Meraviglie recensione] - Le Merviglie, seconda opera di Alice Rohrwacher, in concorso alla 67ª edizione del Festival di Cannes, è l'unico film italiano a gareggiare per la Palma d'Oro. Il film, ambientato nella campagna toscana a cavallo tra gli anni '80 e '90, racconta l'estate di una famiglia allargata di apicoltori che vive come fosse una comune di hippy. L'anomala famiglia si compone di Wolfgang, uomo di origini tedesche venuto in Italia per realizzare il proprio sogno postsessantottino di una vita ecologista, contadina e anti-capitalista; Angelica, moglie italiana dell'uomo che non ha esitato a seguirlo, e le loro quattro figlie piccole: Gelsomina, Marinella, Caterina e Luna. A completare l'insolito quadro familiare c'è Coco, misteriosa ospite fissa della casa, anche lei tedesca. Gelsomina, molto matura e responsabile per la sua età, è la primogenita e a soli dodici anni è già "capo famiglia": le sue tre sorelle minori le devono obbedire e lavorare sotto il suo sguardo vigile. Gelsomina, inoltre, ha un talento particolare per il lavoro con le api e con il miele: è lei che cattura gli sciami sugli alberi, che organizza la smielatura e sposta gli alveari. Wolfgang, proprio a causa delle speciali doti della figlia, vede in lei la perfetta erede del suo piccolo regno costruito per tenere la famiglia al riparo dal mondo esterno corrotto e pericoloso, ma la ragazzina ha altre aspirazioni: pur essendo obbediente e molto affezionata al padre, inizia a essere stanca di quella vita rurale, fatta di fatiche e privazioni economiche, alla quale il padre ha costretto tutte loro. La poco florida situazione economica della famiglia, il cui principale sostentamento è la produzione di miele in un laboratorio non in regola, si aggrava ulteriormente quando ricevono un avviso nel quale si comunica che tutti i laboratori non a norma dovranno essere adeguati ai nuovi standard o verranno chiusi. Le spese di ristrutturazione sono molto elevate e così Wolfgang decide di collaborare con i servizi sociali: in cambio di un assegno, prende in affido Martin, un quattordicenne tedesco accusato di piccoli reati, che necessita di un programma di rieducazione. Wolfgang vede in lui il figlio mancato e vi si affeziona subito, mentre Angelica è preoccupata per la sua presenza e le figlie maggiori ne sono affascinate. Ad aumentare il trambusto e a sconvolgere definitivamente l'equilibrio famigliare arriva "Il paese delle meraviglie", un grottesco concorso televisivo, condotto dalla fata bianca Milly Catena, che vuole raccontare le meraviglie del territorio e mette in palio un ricco premio in denaro per la migliore azienda a conduzione famigliare del luogo. Gelsomina, immediatamente attratta dallo show televisivo e conscia che la vincita del concorso potrebbe risolvere i problemi economici della famiglia, chiede al padre di potervi partecipare, ma Wolfgang, contrario alla televisione e a tutto ciò che ha a che vedere con la modernità, le nega il permesso. Gelsomina però non si dà per vinta e decide di iscrivere ugualmente la famiglia di nascosto. Wolfgang, una volta scoperto ciò che ha fatto la figlia, lo vive come un "tradimento" e va su tutte le furie. Le Merviglie, fiaba pastorale con una forte matrice autobiografica, vuole, attraverso gli occhi di una ragazzina, toccare molteplici temi: la meraviglia per il passaggio dall'infanzia all'adolescenza e delle prime ribellioni nei confronti dei genitori, ma anche la meraviglia del primo amore e per i primi show televisivi che rappresentano un mondo magico, un'evasione rispetto dalla quotidianità della dura vita rurale. Purtroppo però tutte queste meraviglie non riescono ad ammaliare perché restano solo abbozzate e non vengono mai approfondite come dovrebbero. Il conflitto padre-figlia per esempio, che narrativamente sarebbe stato interessante, non viene minimamente sviluppato, neppure quando si presenta una ghiotta occasione per poterlo fare (si veda lo scontro tra Gelsomina, che vorrebbe partecipare allo show televisivo di Milly Catena, e il padre che vi si oppone strenuamente). Stesso discorso vale per il rapporto marito-moglie, Gelsomina-Marinella o per il legame Gelsomina-Martin. E ancora la figura del padre-padrone, responsabile del calvario al quale sottopone l'intera famiglia, non viene mai indagata né messa sotto accusa, ma semplicemente accettata, per di più senza riserve e con un'indulgenza immeritata. Inoltre se nella prima parte la narrazione scorre agilmente, presentando i personaggi nella loro quotidianità e la natura che li circonda, nella seconda si fa tortuosa e confusa: il ritmo rallenta vistosamente e gli elementi onirici prendono il sopravvento (si veda l'apparizione del cammello in giardino, già equiparato ai fenicotteri dell'anno precedente in La grande bellezza), ma non aggiungono significato all'opera. Anzi, al contrario, portano fuori strada lo spettatore facendo perdere il filo logico del racconto nelle maglie di una trama mal costruita. La poesia e la delicatezza che contraddistinguono lo sguardo della Rohrwacher, cui senz'altro ha contribuito anche l'elemento autobiografico, non bastano a salvare il film che termina con un happy ending forzato e poco credibile. (La recensione del film "Le Meraviglie" è di Sara Medi)
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