La recensione del film Le Ardenne

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LE ARDENNE - RECENSIONE

Le Ardenne recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Le Ardenne recensione] - Anversa, Belgio. In un tentativo di rapina finito male, Dave (Jerome Perceval) riesce a fuggire raggiungendo l'auto alla cui guida c'è Silvie (Veerle Baetens), la donna di suo fratello Kenneth (Kevin Janssen), che invece viene arrestato e dovrà scontare la pena in carcere. Kenneth non ha mai fatto il nome del fratello e della sua donna complici nel furto. Un triangolo criminale, di tossici. Mentre Dave e Silvie ce la metteranno tutta per disintossicarsi e si scopriranno anche molto innamorati, Kenneth, invece, uscito dal carcere in anticipo, si rende conto che Silvie ha smesso di aspettarlo e di amarlo. Irascibile ed impulsivo, aspetto da bullo, Kenneth manifesta la sua natura delinquenziale e non lascia spazio al fratello Dave perché possa continuare la sua vita, ormai in comune con Silvie, lontano dalla criminalità. Dave riga dritto, Silvie ex tossica, sogna una "vita noiosa", rientrare alle cinque a casa dal lavoro, guardare la tele e portare un giorno il figlio, che ha in grembo, in piscina due volte a settimana. Perché le aspirazioni e i sogni, i più legittimi, non possono essere concretizzati per la coppia Dave-Silvie? La risposta sta nel legame di sangue dei fratelli, nell'ex rapporto amoroso tra Kenneth e Silvie, ma ancor più nel comportamento omertoso di Kenneth verso il fratello al quale ha evitato il carcere sicuro. Robin Pront, conosciuto con "Plan B" cortometraggio che descrive il mondo della droga ad Anversa, premiato come Miglior Corto al Festival di Leuven 2008, con "Les Ardennes" firma il suo primo lungometraggio, adattamento della pièce teatrale di Jeroen Perceval, che grande successo ha riscosso in Belgio. "Les Ardennes" ambientato tra la città di Anversa e il territorio affascinante dei boschi delle Ardenne, rappresenta il terreno dell'incontro esplicito ed oscuro tra legami di sangue e di coppia, imbrigliati in esistenze senza speranza e senza futuro. In un gioco efficace di primi piani e dialoghi che alternano silenzi e sostenute chiarificazioni, Pront caratterizza con estrema precisione i personaggi chiave del triangolo, che si replicano in tempi diversi nel legame fraterno, nella storia sentimentale, in una rincorsa reciproca. La sensazione che per nessuno dei tre, Dave, Kenneth e Silvie, ci possa essere una resa incondizionata nell'accettazione delle scelte delle singole esistenze, emerge dall'evolversi di una narrazione in cui il sentimento abbrutito dal male di Kenneth, sarà l'unica vera arma impossibile da prevedere. Kenneth trascina la sua esistenza verso individui macabri e solitari, conosciuti in cella. Il misterioso Stef (Jan Bijovet), uomo indefinibile, che vive nelle zone boschive delle Ardenne in una lurida roulotte, diventa per Kenneth una certezza. Nel circuito irrefrenabile della frustrazione, la violenza libera dai freni inibitori e l'accanimento verso la distruzione trionferanno nel macabro rito di una resa dei conti senza via di scampo. Tra i codici che determinano la valenza della struttura narrativa in "Les Ardennes", la fotografia dai colori plumbei di Robrecht Heyvaert e la musica darkwave di Jef Aerts costruiscono la giusta atmosfera dello spazio filmico. Il film, perfetto nel suo tempismo scenico, rappresenta lo stile essenziale del cinema noir-intimista che connota una sua estetica e sa conquistare lo spettatore. "Les Ardennes" è stato candidato come miglior film straniero agli Oscar 2017. E' vincitore di otto premi ENSOR, l'equivalente dell'OSCAR nel Cinema fiammingo. (La recensione del film "Le Ardenne" è di Rosalinda Gaudiano)
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