di R. Baldassarre
[
Lady Bird recensione] - La piccola pellicola Lady Bird uscirà nelle sale italiane il 1º marzo 2018, tre giorni prima della fatidica notte della 90º edizione degli Oscar, e quindi, nel momento di redigere l'articolo, non si sa ancora quanti Oscar otterrà. Però è sorprendente come questa pellicola indipendente abbia ottenuto ben cinque nomination che, tra l'altro, sono tra le più importanti (Miglior Film; miglior regista; miglior sceneggiatura originale; miglior attrice protagonista; miglior attrice non protagonista). A queste candidature, vanno aggiunti gli ottimi incassi sul territorio nazionale. Un ottimo risultato, essendo una di quelle pellicole "outsider" che deve scontrarsi con produzioni giganti oppure di film di superficiale presa emozionale. Questo esordio in solitaria alla regia di Greta Gerwig, attrice in diverse pellicole indipendenti ma anche di opere di maggior richiamo, come per esempio From Rome with Love di Woody Allen o Jackie di Pablo Larraín, si rivela un grintoso film, che procede con umiltà. La Gerwig, anche autrice della sceneggiatura, si riallaccia ai suoi esordi indipendenti di quando era attrice, in cui la forza di un'opera, che può contare su un basso budget, deve far leva sugli elementi narrativi e sulla recitazione attoriale per riuscire ad emergere. Lady Bird è una commedia adolescenziale, che certamente segue gli stilemi di tale sotto-genere, però non vuole fermarsi alla superficie, ironizzando su tale argomento oppure lanciare una velleitaria predica. Lady Bird vuole essere una frizzante commedia, però radicata nella bassa realtà americana. È il ritratto di una ragazza adolescente che deve affrontare il quotidiano e il passaggio alla vita adulta. Christine è una di quelle adolescenti che cercano di essere diverse, ma allo stesso tempo cerca di inserirsi in un gruppo "normale". La Gerwig non si limita a descrivere la protagonista, ma anche il presente che la circonda. Una famiglia afflitta da problemi economici, ma solare e combattiva, in cui la madre severa, risulta essere specchio maturo della figlia Christine. Sotto certi aspetti, Lady Bird si approssima, nel cesellare un ritratto di ragazza che affronta la vita, a Mistress America di Noah Baumbach. Una vicinanza non tanto casuale perché Greta Gerwig fu sceneggiatrice e co-protagonista di quell'opera, oltre ad aver interpretato Lo stravagante mondo di Greenberg, altra pellicola di Baumbach. Certamente Lady Bird soffre ancora di asperità narrative, ma denota anche una sincerità interna nel raccontare una piccola storia umana. Quello che riluce nella pellicola è sicuramente la giovane protagonista Saoirse Ronan, che riesce a dare fisionomia caratteriale e fisica a questa adolescente un poco iconoclasta, eppure estremamente dolce.
(La recensione del film "
Lady Bird" è di
Roberto Baldassarre)
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