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La vita possibile recensione] - Violenza domestica e crisi economica: Ivano De Matteo sceglie ancora una volta temi di grandi attualità per "La vita possibile", nuovo lungometraggio che firma come regista e co-sceneggiatore insieme a Valentina Ferlan. Anna (Margherita Buy) è sposata con un uomo che la picchia, nonostante le continue denunce fatte alla polizia. Dopo l'ultima violenta lite, cui assiste anche il figlio adolescente Valerio (Andrea Pittorino), la donna decide di scappare di casa e far perdere le sue tracce, portando con sé il ragazzo. Viene accolta a Torino da Carla (Valeria Golino), sua amica ai tempi dell'università e attrice di teatro squinternata dalle alterne fortune. All'improvviso, i due si ritrovano catapultati in una realtà dove tutto è nuovo e da ricostruire: non solo la quotidianità, fatta di un lavoro che va trovato, una scuola cui iscriversi e nuove amicizie da stringere, ma anche il loro rapporto familiare. Pur se allontanatisi per una giusta causa, sia Anna che Valerio devono ritrovare un posto nel mondo. Per lei, il difficile compito di andare avanti, nonostante tutto, cercando di superare un distorto senso di fallimento per l'aver allontanato il figlio dal padre per salvare se stessa. Per lui, la necessità di comprendere ciò che ha visto – cioè la mamma brutalmente presa a pugni nello stomaco dal papà –, accettare che nulla sarà più lo stesso, ma anche non sentirsi in colpa per desiderare, ogni tanto, la vita di un tempo. Ad aiutarli, in questo difficile percorso di rinascita, Carla, con la sua presenza un po' svampita ma piena d'amore, e Mathieu (Bruno Todeschini), un ristoratore francese dai modi burberi e un passato oscuro. "La vita possibile" è un film pieno di buone intenzioni, e anche coraggioso nel suo affrontare un tema delicato come quello della violenza sulle donne – e di quella domestica, in particolare – senza eccedere nella retorica e nel cliché. Tuttavia, a differenza di pellicole come "Gli equilibristi" o "I nostri ragazzi", qui De Matteo sembra mancare in parte il colpo, per via di una regia abbastanza piatta, non particolarmente brillante, ma anche per alcuni dialoghi e passaggi un po' banali. Fa effetto vedere Margherita Buy picchiata, ma il suo dolore personale di donna ferita e la sua preoccupazione di madre che cerca di fare del suo meglio per il figlio non riescono a esplodere fino in fondo. Convince, invece, Valeria Golino, perfetta nel ritrarre una donna costretta a fare i conti con la sua vita, lontana dai sogni della gioventù, ma capace di essere comunque una roccia a cui questa sua nuova "famiglia" può aggrapparsi nel momento del bisogno. Menzione d'onore per Caterina Shulha, che dà il volto in modo convincente alla giovane prostituta Larissa, il cui incontro con Valerio si trasforma – per entrambi – in occasione per squarciare il velo e provare a guardare dall'altra parte. Nel complesso, un'occasione mancata.
(La recensione del film "
La vita possibile" è di
Giulia Mazza)
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