di R. Gaudiano
[
La vita invisibile di Euridice Gusmao recensione] - Rio de Janeiro, anni '50. Euridice, 18 anni e Guida 20 anni, sono le sorelle Gusmão, molto unite l'una all'altra, mentre devono tener testa ad un padre conservatore e cattolico, di professione panettiere. Euridice è una bravissima pianista che sogna di essere ammessa al conservatorio di Vienna in Austria. Guida invece è irrequieta e innamoratasi di un marinaio greco decide di seguirlo. Ma per Guida l'amore dura poco e qualche mese dopo ritorna nella casa paterna , single ed incinta di 4 mesi. Il padre, dopo averla insultata la butta fuori casa in malo modo, mentendole sull'amata sorella, raccontandole di un ipotetico e falso trasferimento di Euridice in Europa, a Vienna, per aver vinto l'ammissione al conservatorio di quella città. Euridice che nel frattempo è stata data in sposa al giovane Antenor, vive invece sempre a Rio e anche a lei il padre mentirà su Guida per non farle avere più contatti con la sorella. Karim Aïnouz realizza un'opera potente e coraggiosa attenendosi ad una magnifica nozione di cinema narrativo classico, raffinato, un cinema intramontabile, vivo e generoso, capace di comunicare a tutte le generazioni. "La vita invisibile di Euridice Gusmão" è, senza alcun dubbio, cinema narrativo di alto livello stilistico, nel racconto parallelo che si dipana come in un carteggio, della vita di due donne, legatissime e separate, costrette a barcamenarsi in un contesto famigliare e sociale che predilige la figura del padre padrone, del maschio detentore di diritti. La scena del ritorno di Guida alla casa paterna apre tutto il plot narrativo ed introduce quella violenza verbale e psicologica concessa al maschio, violenza che costituirà il filo conduttore di tutta la narrazione. Questo succede per Guida, rifiutata e messa alla porta dal padre e succede per Euridice, violentata nell'intimo di persona dal proprio marito, uomo insensibile che le nega persino la realizzazione del suo sogno di diventare pianista. "Vedi, quando io suono, sparisco", esclama Euridice. Karim Aïnouz mette in scena un'opera di forte impatto ideologico e psicologico che restituisce credito al valore fondamentale della percezione dei soggetti deboli, costretti a subire privazioni indecorose. Tratto dal romanzo di Martha Batalha, "A Vida Invisivel de Eurìdice Gusmão" del 2015, il film, proiettato a Cannes e premiato come miglior film nella sezione "Un Certain Regard", a differenza del libro che attraversa più decadi dal 1934, prende in considerazione il decennio degli anni '50, ancora segnato da una cultura maschilista ma con chiari fermenti culturali di cambiamento. Sia Guida che Euridice sono in potenza audaci e combattivi personaggi di un cambiamento culturale di genere. Karim Aïnouz, vola alto con uno stile classico che predilige scelte espressive straordinarie, dalle inquadrature a campo stretto, alle forme di recitazione intense di Carol Duarte e Julia Stockler , al montaggio Heike Parpliese , alle scenografie di Rodrigo Mratirena, alla magistrale e straordinaria fotografia dai colori saturi di Hélène Louvart.
(La recensione del film "
La vita invisibile di Euridice Gusmao" è di
Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "
La vita invisibile di Euridice Gusmao":