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La Trattativa recensione] - Un gruppo di attori mette in scena gli episodi più rilevanti della vicenda nota come "trattativa stato mafia", impersonando mafiosi , agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime e assassini, massoni, persone oneste e coraggiose e persone coraggiose fino a un certo punto. Ma di cosa si parla realmente quando si parla di trattativa? Delle concessioni dello stato alla mafia in cambio della cessazione delle stragi? Dell'eterna convivenza tra mafia e politica? O c'è anche dell'altro?
A queste e ad altre domande cerca di rispondere Sabina Guzzanti con il suo nuovo film, La Trattativa, presentato Fuori Concorso alla 71.a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. La Guzzanti decide, con coraggio, di toccare una delle pagine più scottanti della storia italiana degli ultimi decenni e lo fa con un docu-film che coinvolge e convince. Dopo anni di ricerche e documentazioni, la cosa fondamentale era trovare una messa in scena che riuscisse nell'impresa di far riflettere senza correre il rischio di entrare troppo nel merito. E la soluzione è data dalla trasposizione teatrale, che vede degli attori dello spettacolo reinterpretare i fatti recitando battute direttamente da testimonianze e documenti realmente esistiti. La Guzzanti, infatti, si "limita" a narrare i fatti come sono accaduti, parlando agli italiani di quello che, nella maggioranza, è un'idea generica e niente di più del rapporto stato-mafia. La trattativa ha il pregio di passare con disinvoltura dalla finzione alla realtà, senza mai perdere il filo conduttore, ovvero passare in rassegna quasi trent'anni di storia italiana, dall'assassinio di Falcone e Borsellino a Cosa Nostra, da Dell'Utri a Berlusconi, senza tralasciare nessun avvenimento di rilievo capace di comprendere fino in fondo quella che è stata – ed è- la nostra politica. Anche perché la regista firma un film piuttosto inattaccabile dal punto di vista del contenuto, e la messa in scena teatrale porta lo spettatore, in più di qualche occasione, a riderci su. Ma è una risata piuttosto ironica e che lascia, in realtà, l'amaro in bocca. Supportato dalle musiche di Nicola Piovani e dalla fotografia di Daniele Ciprì, La Trattativa si spinge fin dove può, ma lo fa in modo tale da non passare inosservato.
(La recensione del film "
La Trattativa" è di
Martina Farci)
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