La recensione del film La regola del piombo

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LA REGOLA DEL PIOMBO - RECENSIONE

La regola del piombo recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[La regola del piombo recensione] - "Siamo invisibili fino a quando non compiamo un atto d'amore". Lara (Gladis Cinque), giovane donna, in sella alla sua bicicletta, che ama rifugiarsi nella solitudine, ha un rapporto genitoriale mortificante. Humphrey (Marco Continanza), è il fantasma di un assassino, scelto per compiere un atto d'amore e così poter riscattare la sua coscienza e raggiungere l'eterna serenità. Lara ed Humphrey riescono a fare squadra per sconfiggere un'organizzazione criminale per traffico di organi e rapimenti di bambini. Giacomo Arrigoni, autore di "Al Buio", un corto contro la violenza sulle donne, proiettato alla Camera dei Deputati a Roma, nominato per un Globo d'Oro e selezionato dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici nella sezione "In Vetrina" ai Nastri d'Argento, in questo suo primo lungometraggio (da lui scritto, diretto e prodotto) racconta la sconcertante realtà dei bambini rapiti e scomparsi nel nulla. Ma racconta anche come sia possibile, nel gioco delle intese, raggiungere con un obiettivo nobile la sconfitta del male nelle sue variegate sfaccettature umane. Lara è carne ed ossa, Humphrey è pura aria, ma conserva la forza della vita che gli venne sottratta con la violenza. E grazie a questa forza riesce a materializzarsi nei momenti cruciali per aiutare Lara a liberare i due bambini dai loro aguzzini. I personaggi del film sono persone ridotte all'invisibilità sociale, per la perdita costante di valori edificanti. Così il palcoscenico cinematografico di Arrigoni ha volti che dialogano su contraddizioni, colpe, conflitti esistenziali che rievocano vicende di cui loro stessi sono i protagonisti. In questo lessico verbale e di sguardi, si inserisce la musica che Lara ascolta con le sue cuffiette in sella alla fedele bicicletta, stabilendo con tutto il resto una relazione complessa, di contraddizione o anche di distanza. La storia, intrisa di una giusta vena surreale, sviluppa così un modello narrativo coraggioso che trova soprattutto nel montaggio un linguaggio chiaro ed esplicito, che stimola l'attesa e l'immaginazione. Una storia dell'oggi, squallida e triste, una realtà che coinvolge molti attori sociali fino alle forze dell'ordine. Girato in poco più di due settimane tra la Lombardia e la Liguria, "la Regola del piombo" lanciato in prima mondiale al Bright Minds Film Festival, ha conquistato la giuria oltreoceano aggiudicandosi il Best Feature Film Award. Ed è una conquista meritatissima per l'opera prima di Giacomo Arrigoni che si distingue per uno stile personale convincente, tra racconto surreale e realtà abbrutente, coniugati nella bella metafora della regola del piombo: " Ogni pietra può essere lavorata per farne qualcosa di migliore, di prezioso, ogni pietra, anche la più lurida ed insignificante"… basta volerlo e lottare. (La recensione del film "La regola del piombo" è di Rosalinda Gaudiano)
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