di R. Gaudiano
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La ragazza con il braccialetto recensione] - Per Lise, diciotto anni, l'accusa per l'omicidio della sua inseparabile amica avvenuto due anni prima, rappresenta la costrizione quotidiana nella casa genitoriale, con un braccialetto elettronico alla caviglia. Lise è minuta di statura, due occhi intensi, un'espressione del viso statica, che non tradisce mai i suoi veri sentimenti. Nel rapporto con la madre ed il padre, Céline (Chiara Mastroianni) e Bruno (Roschdy Zem), è sfuggente e ambigua, mentre con suo fratello più giovane di lei di alcuni anni, Lisa è dispotica. In compenso la giovane riscuote comprensione e sostegno all'interno del contesto famigliare. Il padre reagisce prevenendo ogni possibile situazione, la madre invece è in uno stato catatonico di angoscia per il dramma che ha sconvolto tutta la famiglia. Intanto è in tribunale che si gioca il passato ed il presente di tutta la famiglia. La vita di Lisa, i suoi contatti, le sue abitudini e soprattutto le ultime ore passate insieme all'amica sono gli argomenti trattati davanti ai giudici e agli avvocati per giudicare la sua innocenza o colpevolezza. Ma chi è Lisa veramente? L'impassibilità del volto dell'accusata, la sua naturale freddezza a rispondere alle domande di giudici e avvocati costituiscono il dubbio su quanto possa essere coinvolta effettivamente sulla morte dell'amica. Stèphane Demoustier prospetta un quadro idilliaco di una giovane non più adolescente che fa della sua maschera immobile lo strumento che la separa dalla realtà che la circonda, una maschera da cui però trapela l'enigma angosciante della colpevolezza. Non ci sono prove della sua colpevolezza, solo indizi su ciò che veramente successe tra lei e la sua più cara amica. Quello che si sa con certezza è che le amiche hanno goduto di un piacere reciproco quella notte che hanno dormito insieme nello stesso letto e Lise lo ammette con un'audacia disarmante. Il cineasta francese nella messa in scena di un dramma famigliare scopre ciò che può sfuggire nel rapporto tra genitori e figli. Sorprese devastanti, superficialità sfuggenti nel contesto educativo, si concentrano nell' oggetto della colpa, un braccialetto elettronico alla caviglia della propria figlia che lascia immaginare l'inconoscibile e traccia la strada al dubbio mutilante. Ed è proprio questo dubbio che avvalora la certezza di una superficiale conoscenza da parte di Bruno e Cèline della personalità della loro figlia, i cui segreti e spazi non sono mai stati condivisi in famiglia. "La fille au bracelet", remake francese del film argentino "Acusada", è un quadro nitido e autentico dello slittamento implacabile che avviene nei rapporti tra figli e genitori. Qui, Céline, Bruno e Lisa devono elaborare la profondità di un discorso in privato per poter sostenere la devastante possibile verità che emerge da un processo in tribunale che mette alla sbarra degli imputati in primis il rapporto famigliare. Roschdy Zem, incarna alla perfezione lo sconforto e la tensione incessante per la condizione della figlia, non tradendo mai il supporto umano di un padre. Melissa Guers, l'imperturbabile Lisa, spacca l'obiettivo con la sua enigmaticità adolescenziale, padrona assoluta di un segreto ben custodito che non lascerà mai trapelare, lasciando che si giudichi su ciò che di lei si vede. La mdp è l'occhio osservatore della tragedia di una famiglia che si denuda dei propri sentimenti più intimi restando comunque unita nel supporto umano. "La fille au bracelet" nella sua dimensione di cinema espressivo in assenza di un'estetica formale, racconta, con tatto e bravura, un fatto che sconvolge una famiglia ideale e comunque, anche con un'assoluzione, apre le porte dell'abisso. Il film è stato presentato alla Festa Internazionale del Cinema Francese nel luglio 2021 ed al Festival di Locarno. Ha vinto il Premio César per la migliore sceneggiatura non originale.
(La recensione del film "
La ragazza con il braccialetto" è di
Rosalinda Gaudiano)
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