di R. Gaudiano
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La promessa dell'alba recensione] - Una madre dal carattere forte ed autoritario, risoluto, con un figlio da crescere, nel quale ripone ambizioni e successi. Nina (Charlotte Gainsbourg), sbarca il lunario in una Polonia anni '20, ma sogna la Francia come porto ambito di sicurezza economica e soprattutto come terra fertile dove il suo Romain (Pierre Niney) potrà avere una formazione adatta per sviluppare tutte le sue potenzialità e diventare persona autorevole ed importante. E Nina riesce nel suo intento. Sarà Nizza l'approdo conquistato, città dove la donna gestirà un delizioso hotel in riva al mare. Romain crescerà, partirà per Parigi, poi per la guerra e tra innumerevoli vicissitudini, tra Parigi, Messico e deserto africano, si ritroverà con la madre, si separerà nuovamente da lei, sempre soggiogato da una dipendenza affettiva materna devastante, diventerà davvero scrittore di fama, cineasta, eroe di guerra ed ambasciatore. Eric Barbier racconta la vera storia di Romain Gary, nella trasposizione cinematografica del romanzo di Gary "La promessa dell'alba", uscito nel 1960. Una storia frenetica, appassionante, gestita sotto l'egida di un amore di coppia fuori da canoni normali. Una madre ed il figlio praticamente fusi in un sentimento di possessione, gestito senza remore e mai messo in discussione dallo stesso Romain. Barbier sfrutta lo stile cinematografico classico per un racconto leggendario e autobiografico, in cui Nina è una donna energica e plateale, che trasmette al figlio l'arroganza positiva di un'energia vitale di cui il figlio si nutre costantemente, energia che sarà la linfa che gli permetterà di diventare qualcuno nella storia dell'umanità. Non importa se Romain e sua madre non godranno della vicinanza fisica per supportarsi, sarà una copiosa corrispondenza epistolare a dare al giovane la forza necessaria per affrontare le disfatte e conquistare le vittorie. "La promessa dell'alba" veste di luce retriva la passione divorante tra madre e figlio, tra innumerevoli carezze e abbracci intensi, accorate promesse che scorrono anche sui fili del telefono. La vita di Romain Gary, diluita in una moltitudine di eventi ed accadimenti, così raccontata da Eric Barbier alla fine si delinea cinema di un certo prestigio, in una ragguardevole sinergia tra slancio e pacatezza, senza eclatanti pretese stilistiche. Ciò che sorprende piacevolmente in "La promessa dell'alba" è la caratterizzazione che Charlotte Gainsbourg riesce a conferire al personaggio di Nina. Non si risparmia la Gainsbourg. Usa la forza più profonda del sentimento materno per tenere ancorato a sé quel figlio amatissimo, incoraggiarlo, spronarlo, rimproverarlo quando occorre, per plasmarlo secondo i suoi dettami ed aspettative. Pierre Nivey, il Romain proiettato verso la vita, raggiunge una performance di tutto rispetto nell'atto di mettere in scena la disperazione e la sofferenza verso un presente talvolta avverso. Un uomo, Romain, che nonostante la presenza ingombrante di quella madre, ama le donne e l'erotismo, ma imprigionato nella sua lucida infantile follia persecutoria, perde spesso la concretezza della realtà, vagando per un sentiero pericoloso ed immaginario.
(La recensione del film "
La promessa dell'alba" è di
Rosalinda Gaudiano)
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