La recensione del film Dietro i candelabri

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LA PRIMA NOTTE DEL GIUDIZIO - RECENSIONE

La prima notte del giudizio recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[La prima notte del giudizio recensione] - Il problema dei sequel non è tanto che sono dei sequel (o prequel, o remake, o reboot, fate voi), quanto che magari voi avete già acquistato il cofanetto dvd della saga pensando fosse terminata, invece qualche anno dopo esce a tradimento un nuovo capitolo e vi rovina la collezione. E' questo del resto l'unico motivo per cui non vorremmo mai il quarto episodio di Ritorno al futuro, o una nuova puntata del Padrino. Ci hanno già buggerato con Indiana Jones (per l'orribile Il regno del teschio di Cristallo), con Jason Bourne (prima con l'inutile Jeremy Renner e poi con l'altrettanto inutile ritorno di Matt Damon) e adesso con La notte del giudizio. Si può sempre comprare il dvd singolo, si dirà, oppure dare il cosiddetto calcio alla pluma e ricomprare il cofanetto ex novo. Va beh. Ci accorgiamo solo adesso che ci sovviene un dubbio che rischia di rendere il dibattito già sterile del tutto incomprensibile ai più: ma esiste ancora qualcuno che compra dvd? Questo per dire che siamo andati al cinema già un po' di malumore, in parte mitigato dal bel manifesto del film, una statua della libertà al negativo, nera, con il viso dipinto, in primo piano in mezzo ad una strada buia, con i libri in una mano e una bottiglia molotov nell'altra, rivolta verso l'alto, al posto della tradizionale fiaccola. Come abbiamo sempre pensato c'è spesso più creatività in un manifesto di un prodotto hollywoodiano mainstream che in tanto cinema considerato d'essay. Ma torniamo a noi. Che quella di Anarchia sia una delle saghe più interessanti degli ultimi quindici anni l'abbiamo già detto? Sì, nella recensione dell'episodio scorso. Il problema dei sequel semmai si pone quando, come in questo caso, una nuova puntata finisce per non aggiungere niente a quanto già sviscerato in precedenza, facendo della serialità non un' occasione da sfruttare per approfondire o introdurre argomenti non ancora trattati, ma una caratteristica fine a se stessa, da consumare e gettare in fretta, di chiaro stampo televisivo. Due gli aspetti degni di nota del film diretto da Gerard McMurry. Il primo, quello di scegliere come territorio dell'esperimento l'isola di Staten Island, il quartiere più sfigato di New York dove ci si va solo per fare un giro in traghetto, vedere da vicino la Statua della Libertà e tornarsene a Manhattan alla velocità della luce. Il secondo ossia il ribaltamento di ruoli che si genera tra lo Stato e la Malavita, con la seconda che si erge a paladino del bene in contrapposizione alla violenza imposta dal primo, erroneamente persuaso che la gente sia peggiore di quanto sia in realtà. La vocazione televisiva del franchise è stata di recente confermata dalla notizia di una sua riduzione per il piccolo schermo di imminente fattura. Meglio così. Ancora meglio se questo La prima notte del giudizio ne fosse l'episodio pilota. Soprattutto per la nostra collezione di dvd. (La recensione del film "La prima notte del giudizio" è di Mirko Nottoli)
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