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La prima luce recensione] - Bari. Marco (Riccardo Scamarcio), è un giovane e cinico avvocato, compagno della Sudamericana Martina.
Padre affettuoso e presente del piccolo Mateo, non si può dire lo stesso del suo rapporto con la compagna, giunto ormai al termine per colpa della sua assenza e del suo egoismo.
La donna è decisa a lasciare Marco e tornare nel suo paese con il figlio, ma l'uomo non ha nessuna intenzione di accontentarla.
Mentre l'avvocato si trova a Milano per un viaggio di lavoro, Martina ruba i passaporti e scappa via, senza lasciare nessuna traccia.
Distrutto dalla lontananza del figlio, con cui aveva instaurato un legame indissolubile, Marco decide di partire alla ricerca del suo bambino.
Vincenzo Marra, esplora una tematica molto attuale, quella della contesa dei figli dopo la fine di una storia d'amore.
"Sempre più frequentemente queste vicende si svolgono tra paesi diversi, le cui leggi differenti costituiscono un ulteriore motivo di problematicità e non è raro che in questi casi spesso si tende a tutelare il cittadino residente, più che salvaguardare l'interesse principale, quello cioè del minore coinvolto", afferma il regista.
Una critica alla società e alla giustizia, che spesso tende a favorire i diritti delle madri piuttosto che quelli dei padri, privati dei figli e ridotti sul lastrico; sminuendo il loro ruolo e la loro importanza nella crescita di un bambino, che dovrebbe essere considerata di eguale importanza di quello materna.
A essere analizzata è anche la critica situazione italiana, per colpa di cui sempre più giovani italiani sono costretti a emigrare oltreoceano nella speranza di una vita e di un futuro migliore: "in questi anni ho visto una trasformazione inversamente proporzionale tra l'Europa e l'America Latina", dice Marra, "Martina inizia a sentire il bisogno di "tornare a casa" sua. Le logiche del mondo si sono ribaltate: nel suo paese si aprono possibilità economiche di benessere e di futuro per lei e per suo figlio, che la vecchia Europa non sembra poter più assicurare".
Nonostante gli ottimi presupposti, qualche buco nella sceneggiatura rende la storia a tratti lenta e poco credibile (improbabile che un giovane e brillante avvocato si riscopra confuso e sprovveduto davanti alle accuse mosse dalla compagna durante il processo cileno).
La prova recitativa di Scamarcio, pur non essendo perfetta, è comunque degna di nota grazie all'eccletticità del suo sguardo: prima freddo e tetro nei confronti della compagna, poi ricco di amore per Mateo, e infine vuoto e disperato per la perdita del figlio. Riesce a comunicare con lo spettatore ed empatizzare con questo, sicuramente più della controparte femminile.
La Prima Luce è sicuramente un film imperfetto ma che merita comunque un'occasione.
(La recensione del film "
La prima luce" è di
Liliana Pistorio)
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