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La preda perfetta recensione] - Che dire di Preda perfetta di Scott Frank? Poco, davvero molto poco. Anonimo fin dal titolo, è un noir cupo, dalle atmosfere plumbee, sulla falsariga del recente Prisoners senza possederne però la complessità dell'intreccio e l'intensità dei dilemmi morali che giustificavano la narrazione. Qui si muove un Liam Neeson calato nel clichè dell'investigatore solitario, cinico e disilluso ma privo di quell'inquietudine e di quel background pieno di scheletri nell'armadio capace di renderci un personaggio degno d'interesse. Si citano apertamente Sam Spade e Philip Marlowe non a caso, ma appunto come modelli letterari cui accostarsi solo teoricamente. Serial killer efferati, vittime innocenti, donne massacrate e fatte a pezzi per passatempo, insacchettate e gettate nel lago. La banalità del male per una violenza cieca e ingiustificata a simboleggiare forse una società ormai sul baratro. Nulla di nuovo sul fronte dei contenuti e nulla di nuovo sul fronte del linguaggio. Scott Frank procede per sottrazione, di parole, di trama, di sparatorie, di drammi, non capiamo se per precisa scelta estetica o più semplicemente per scarsa convinzione o verve. Prevedibile in ogni suo snodo, Preda perfetta avanza risoluto verso il farraginoso epilogo senza riservare grosse sorprese, senza eclatanti colpi di scena, inciampando in qualche buco di sceneggiatura, accordandosi sulle note del film di genere che basta a se stesso. Ma soprattutto affidandosi completamente al suo protagonista. Liam Neeson. Ed è l'unica scelta davvero azzeccata del film perchè alla voce "carisma" è facile che troviate la faccia di Liam Neeson. Quello che non ci spieghiamo è perchè in questi ultimi tempi si sia intestardito in modo preoccupante a volersi trasformare in eroe action, come se fosse un Nicolas Cage qualunque. Per sua fortuna, la differenza è che Neeson mantiene un senso della dignità che Cage ha ormai perso da un pezzo. Più o meno da Con Air. Differenza che a livello prettamente visivo si concretizza nelle pettinature che di volta in volta sfoggiano i due, impeccabili quelle di Neeson, da cui trasuda parte del carisma di cui sopra (pensiamo a cosa sarebbe Ra's al Ghul senza quella barba e quei capelli!), tragicomiche quelle del povero Nick Cage, tra tinture mal riuscite, stempiature avanzate e basette capaci di segnare record di bruttezza tali da sembrare impossibili per delle semplici basette.
(La recensione del film "
La preda perfetta" è di
Mirko Nottoli)
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