La recensione del film La notte del giudizio Election Year

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LA NOTTE DEL GIUDIZIO - ELECTION YEAR - RECENSIONE

La notte del giudizio Election Year recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[La notte del giudizio Election Year recensione] - Quando uscģ, La notte del giudizio, in pochi lo presero sul serio e in pochi probabilmente immaginarono che sarebbe diventato il primo episodio di una delle saghe pił interessanti degli ultimi anni, merito di uno spunto forte e originale alla base, messo al servizio di meccanismi horror anche banali, ma pregno di molteplici implicazioni, non sappiamo fino a che punto, allora, preventivate, ma che l'andare della storia, sta rivelando e scandagliando una ad una. Motivo per cui lo spunto di partenza rimane lo stesso (la notte dello sfogo, ci siamo capiti) ma viene di volta in volta declinato in maniera nuova secondo quella che potremmo definire una ripetizione differente: claustrofobica nel primo, metropolitana nel secondo, politica nel terzo. Rimane come legante l'atmosfera di delirante follia che dą la stura alla mattanza e che rimane il core business dell'impresa, anche questa targata Bloomhouse. Una follia purtroppo all'acqua di rose, pił invocata che percepita perchč al di lą di quattro sgallettate con la maschera che dicono parolacce e fanno le linguacce, il film, come anche i capitoli precedenti del resto, non riesce mai neanche lontanamente a sfiorare quell'atmosfera malata e dissennata che pretenderebbe di avere. Non č probabilmente la visionarietą la dote migliore di James DeMonaco, sceneggiatore e regista dell'intera trilogia, il quale risulta tuttavia capace, all'interno di un prodotto dichiaratamente d'intrattenimento, di trovare addentellati credibili con la pił stretta attualitą, dettaglio non da poco che eleva di colpo la pellicola al di sopra dei normali film di genere. Perso subito Ethan Hawke, in Election year ritroviamo il sopravvissuto di Anarchia, Frank Grillo (attore che meriterebbe pił fortuna), nei panni della guardia del corpo della candidata alle prossime presidenziali nel cui programma brilla la volontą di porre fine proprio alla famigerata notte dello sfogo. Una candidata donna paladina dei deboli e degli oppressi contro il rappresentante di un movimento ultraconservatore violento e bigotto, i rimandi alla cronaca di questi giorni si sprecano. Visto come finisce il film speriamo solo sia di buon auspicio. (La recensione del film "La notte del giudizio Election Year" è di Mirko Nottoli)
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