di D. Di Benedetti
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La mossa del pinguino recensione] - Bruno (Edoardo Leo) è un lavoratore socialmente utile con un piccolo stipendio di 800 euro al mese, padre di un bambino tutt'altro che immaturo e marito di Eva (Francesca Inaudi), insieme ai quali vive in una piccola casa a Roma. Sbarcare il lunario non è facile e pagare l'affitto di casa diventa sempre più difficile: Bruno decide, così, durante una nottata di lavoro con Salvatore (Ricky Memphis), l'amico di sempre, di iscriversi alle selezioni per partecipare alle Olimpiadi Invernali del 2006 con un'insolita squadra che comprenderà, oltre all'amico del cuore, l'ex-vigile Ottavio (Ennio Fantastichini) e l'attempato ma astuto biscazziere Neno (Antonello Fassari). I quattro, guidati da Bruno, metteranno su una goffa ma decisa squadra di curling, le cui inevitabili complicazioni insegneranno ai quattro la vera maturità e la forza del riscatto. Se, nel 2013, le sale italiane hanno visto diversi (e interessanti) esordi di attori nostrani decisi a passare dietro la macchina da presa (si vedano "Razzabastarda" di Alessandro Gassman, "La città ideale" di Luigi Lo Cascio e il provocatorio ma ponderato "Miele" di Valeria Golino), il 2014 si apre con un nuovo esordio, indirizzato, stavolta, al genere della commedia. È il turno di Claudio Amendola, che ha collaborato con il poliedrico Edoardo Leo ("Smetto quando voglio") in un progetto letteralmente "a quattro mani" insieme agli sceneggiatori Michele Alberico e Giulio Di Martino. "La mossa del pinguino" è un debutto per certi versi sorprendente, una prova di coraggio che dimostra una buona consapevolezza registica e una certa esperienza nel settore (e nel genere), non mascherando neanche l'influenza ricevuta dai maestri della commedia all'italiana Steno, Germi e Monicelli (e liberamente ispirato al divertente "Full Monty – Dilettanti allo sbaraglio"). Amendola punta tutto (e lo fa consapevolmente), su un cast di "romani doc", guidati da un bravo Edoardo Leo nei panni di un imperterrito sognatore combina guai che costringe tre goffi personaggi in un'impresa da pazzi, impresa che permetterà loro di maturare, sognare e, finalmente, riscattare le proprie vite. Questo almeno sulla carta, perché il film non sempre riesce a cogliere il centro del bersaglio e trasmettere alla perfezione l'intenzione del suo autore: complici di questo sono alcuni cali di ritmo della sceneggiatura, riscontrabili soprattutto nella parte centrale, e una fotografia dai toni smorti e mal gestita, tanto da ricordare certi video amatoriali visibili sui tanti siti di condivisioni esistenti in rete. Nonostante questo, però, "La mossa del pinguino" resta un'opera che riesce a far sorridere con gusto (cosa inevitabile, visto il cast) e schiettezza, raccontando anche con attenta obiettività il mondo di chi, mai come oggi, necessita di reinventarsi per arrivare a fine mese.
(La recensione del film "
La mossa del pinguino" è di
David Di Benedetti)
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