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La moglie del cuoco recensione] - Marithé (Karin Viard) fa un mestiere curioso, di quelli che ti fanno sperare che la vita può ancora cambiare anche se sei entrato negli "anta" e hai lasciato da tempo aspirazioni e ambizioni di un giovane ventitreenne: aiuta le persone a trovare la loro vocazione, quella che non hanno mai voluto ascoltare o che ha fatto eco fino a 40 anni per poi bussare a gran voce. Questa volta alla porta dell'istituto professionale si presenta Carole (Emmanuelle Devos) una donna affasciante, agiata e rispettabile, ma a dispetto dall'apparenza ha sviluppato una reazione allergica nei confronti della sua vita ordinaria e del marito Sam (Roschdy Zem), chef stellato e proprietario di uno dei più raffinati ristoranti d'Orléans. I ruoli delle due donne però non sono così definiti. Carole si rivelerà molto più decisa e coerente persino nei suoi tradimenti. L'integerrima Marithé, finirà per vacillare mischiando le carte tra vita privata e lavoro quando si invaghirà di Sam… Lo stesso uomo per cui Carole si ritrova a grattare in modo compulsivo quelle macchie rosse che costellano le sue braccia, ogni volta che indossa la maschera accomodante della perfetta padrona di casa.
Un film curato e mai artificiale, anche nel definire le relazioni tra i personaggi, che, senza rientrare nei contorni di schemi preconfezionati, sono ben delineate persino per ruoli che rimangono sullo sfondo: pochi gesti, uno scambio di battute e si intravede il complesso e maturo trascorso che hanno portato Marithé , suo figlio, il suo ex marito con la nuova compagna (Anne Le Ny) a stringersi attorno allo stesso tavolo per il suo quarantesimo compleanno. La raffinatezza dei dialoghi e le battute taglienti allontanano dalla banalità anche le scene ispirate alla più classiche tra le commedie. Carole nella sua essenza aristocratica vive con autentico smarrimento le inquietudine delle sue relazioni; la stessa sincera spontaneità si ritrova nelle espressioni più colorite di Marithé quando assapora le creazioni culinarie di Sam e un pezzetto alla volta sbriciola anche la sua scorza più ruvida per rivelarsi fragile e arrendevole.
Anne Le Ny con la sua espressione vivace ce la ricordiamo per " Quasi amici" (valsa la nomination al César come non protagonista), qui la ritroviamo nel doppio ruolo di attrice e regista a strizzare l'occhio anche ai più scettici sull'ironia francese. Dal triangolo amoroso all'equivoco, dal tradimento alle prelibatezze delle grandi cucine… ci sarebbero tutti gli ingredienti per rendere questo film una commedia insipida e tiepida, eppure diverte e fa riscoprire quel sorriso spontaneo senza pretese e cliché.
(La recensione del film "
La moglie del cuoco" è di
Clara Gipponi)
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