La recensione del film La la land

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LA LA LAND - RECENSIONE

La la land recensione
Recensione

di Elisa Torsiello
[La la land recensione] - Probabilmente il nome di Damien Chazelle ai più suonerà del tutto sconosciuto. È normale, il ragazzo è giovane, ha al suo attivo solo due film, troppo poco per collegare un nominativo a uno stile, a un tipo di cinema, a una faccia. Eppure, se alla fatidica domanda "Damien Chazelle chi?" si controbatte con "ma sì dai, il regista di Whiplash" tutto cambia. Quel film, vero e proprio omaggio alla musica, dove ogni immagine sembrava una nota, la pellicola un partito musicale, e i cambi-scena un passaggio tonale, è riuscito a colpire il cuore di tutti con la stessa intensità con cui il suo protagonista, interpretato da uno straordinario Miles Teller, colpiva la propria batteria. La musica torna a farla da padrone anche in La La Land, ma questo non è l'unico elemento che il secondo lungometraggio firmato da Damien Chazelle eredita dal suo scomodo predecessore. I sogni, i desideri, l'ambizione che portavano il giovane batterista a ricercare la perfezione, colpendo in maniera sempre più disperata, sempre più efferata, i piatti della propria batteria, sono le stesse colonne emozionali su cui si basa il sistema strutturale di La La Land, senza per questo ridursi a mera citazione o semplice copia-incolla. La La Land prende il meglio da Whiplash e vi aggiunge universi nuovi, magici e forti di una più solida maturazione da parte del regista, senza mai scordarsi di quella dose di innocenza e spensieratezza che ci si aspetterebbe da un ragazzo di trent'anni. Sullo sfondo di quella "City of Stars" cantata da Gosling nel brano divenuto già tormentone, Mia sbarca il lunario facendo la cameriera, nell'attesa che la sua carriera d'attrice prenda finalmente il volo; Sebastian, invece, è il pianista duro e puro che vuole salvare un genere sull'orlo del tramonto, il jazz. Nella città "che venera tutto e che non dà valore a niente", la città dei sogni troppo spesso infranti e delle luci, Los Angeles, i due si scontrano, s'incontrano, si amano, si sostengono per realizzare le loro aspirazioni, anche a costo di consumare un amore, di alimentare il rimpianto per il passato. Sarebbe sbagliato limitarsi a definire La La Land come un semplice musical, o un omaggio al cinema anni '50. Non che il film di Chazelle non sia musical, o non contenga al suo interno innumerevoli omaggi ai film di Donen o Gene Kelly. Semplicemente è questo, e molto altro. È un riflesso di vita, una metafora dell'esistenza vista sotto la lente dello spettacolo di Broadway, con i suoi crescendo e i suoi fin troppi infiniti colpi di scena che portano spesso a un lieto fine non sempre come ce lo eravamo immaginato. Non a caso, analogamente a quanto fatto con Whiplash, l'opera si apre con una carrellata (non più da dietro verso avanti, bensì da destra verso sinistra) quasi a simulare l'apertura di un immaginario sipario teatrale. Le stesse parti cantate ci vengono mostrate in continui piani-sequenza, come se i personaggi dello schermo in realtà si trovassero dinnanzi a noi, pronti ad aprirsi e a condividere con il pubblico dolori e gioie attraverso la lingua universale della musica. Siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni diceva William Shakespeare, e quelli di Chazelle sono sogni, ed esistenze, fatte di note musicali, di melodie, capaci di portarci in alto, per poi bruciarci troppo presto le ali se giungiamo troppo vicino al sole dell'ambizione. Come il personaggio di Miles Teller in Whiplash, anche Mia e Sebastian sono dei nuovi Icaro, dove nella terra in cui tutto ha un prezzo, anche il loro sogno di vedere realizzarsi i propri desideri, si rivela avere una valuta di scambio troppo alta per entrambi. La La Land sarà pure, nelle sue mille sfaccettature, anche una lettera d'amore al periodo d'oro di Hollywood, ma non dobbiamo dimenticarci che si tratta pur sempre di una lettera scritta con un inchiostro fatto di lacrime e sogni spezzati. Non c'è cinismo dietro La La Land, c'è solo la vita. (La recensione del film "La la land" è di Elisa Torsiello)
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