La recensione del film La Grande Illusione di Jean Renoir

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Trama

LA GRANDE ILLUSIONE di Jean Renoir

La Grande Illusione Recensione
In un campo di prigionia tedesco, durante la prima guerra mondiale, vi sono rinchiusi l'aristocratico capitano Boèldieu (Fresnay) e il proletario tenente Maréchal (Gabin), entrambi catturati da! comandante von Rauffenstein (von Stroheim). Trasferiti nella fortezza di Wintersborn insieme ad altri, ritroveranno proprio von Rauffenstein, ridotto a un relitto umano, con la spina dorsale fratturata e costretto a portare un bustino di cuoio. Fra Boèldieu e von Rauffenstein esiste una simpatia per le affinità di classe e di educazione. Quando però Boèldieu cercherà di evadere insieme ai suoi compagni il comandante dovrà, a malincuore, ordinare di sparare al prigioniero, mentre Maréchal e gli altri riescono a fuggire.
Idea Centrale
La retorica della guerra è una beffa e il patriottismo una illusione: le vittime sono sempre i soldati.
Analisi
Oltre alla lotta tra i diversi eserciti era in atto, nella storia, una più sottile e trasversale contrapposizione che metteva a confronto i rappresentanti dell'antica tradizione aristocratica, ormai in declino, a quella delle classi popolari e borghesi che si stavano affacciando alla storia. Toccante il tema dell'amicizia che vince le barriere di classe e di nazione. Grande interpretazione di von Stroheim in uno dei più bei film pacifisti, capolavoro di Jean Renoir.
Note e curiosità
Alla mostra di Venezia del 1937 suscitò violente reazioni e ne venne proibita la proiezione in Italia e in Francia. Nel 1958 a Bruxelles una commissione di critici lo annoverò tra i migliori film di tutti i tempi.


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