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Trama

LA GRANDE ABBUFFATA di M. Ferreri
La grande abbuffata Recensione
Quattro amici sull'età di mezzo, (il pilota Marcello, lo chef Ugo, l'intellettuale radio-televisivo Michel, il giudice Philippe) si ritrovano nell'antica villa di quest'ultimo, situata nella periferia di Parigi. Qui, in compagnia di alcune prostitute, consumano un emblematico suicidio collettivo nelle forme inconsuete ed angoscianti di una "grande abbuffata" di cibo e di sesso. Si mangia e si fa l'amore in continuazione fino al limite estremo. Le donne ingaggiate fuggono atterrite, tranne una prosperosa maestra, materna ed insaziabile, che è stata coinvolta casualmente nella vicenda. Sarà lei a seppellirli.
Idea Centrale
II tema ossessivo del pranzo, visto come tipico rito borghese, diventa il simbolo dell'autoannientamento verso cui la società dei consumi si avvia per eccesso di benessere, soccombendo a causa dei suoi stessi errori.
Analisi
Gonfi di cibo, mentre in altre parti della terra si muore ancora di fame, gli abitanti del prospero Occidente finiranno, secondo Ferreri, per soccombere, perché in loro si sta spegnendo la vita dello spirito, soffocata dall'abbondanza e schiacciata dal superfluo. Quasi un anticipo di Saló di Pasolini, il film mette il dito sulle piaghe maleodoranti della nostra cultura, con una negatività che riesce però ad essere produttiva ed utile nella sua provocazione. La salvezza è affidata alla donna, lasciando all'uomo l'angoscia di una impossibile pienezza di rapporto con l'esistenza, sia sessuale che politica\morale.
Note e curiosità
II fornitissimo repertorio di peti, vomiti, escrementi e flautolenze fece e continua a fare scandalo. "La grande abbuffata" fischiato al festival di Cannes, ebbe un enorme successo di pubblico. (Da "201 film capolavoro secondo la critica" di Gaetano Sandri)


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