La recensione di La furia umana di Raoul Walsh

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Trama

LA FURIA UMANA di Raoul Walsh

La furia umana  Recensione
Un poliziotto (O'Brien) si fa passare per gangster per riuscire ad infiltrarsi in una banda guidata da un maniaco epilettico e spietato (Cagney). Il capobanda, violento con tutti, ha un attaccamento morboso nei confronti della madre, una vecchia crudele ed autoritaria. La morte della madre procurerà una crisi agghiacciante al bandito ma, in seguito, scatenerà tutta la sua violenza. Braccato dalla polizia, egli preferirà saltare in aria insieme ad un serbatoio di benzina, nello stabilimento che voleva derubare, piuttosto che darsi per vinto.
Idea Centrale
II regista accentua tre caratteristiche tipiche del genere gangster: la violenza, il realismo e il comportamento patologico del personaggio.
Analisi
Il film è il "canto del cigno" del genere gangster e una sorta di omaggio all'attore che più di ogni altro ne aveva decretato la fortuna. Cagney, con molti più anni sulle spalle di quanti ne richiedeva la parte, tratteggia con straordinaria intensità la brutalità del bandito e il cinismo dietro ai quali si nascondono inquietanti fobie, nonché una folle ambizione, quella di arrivare "sulla vetta del mondo".
Note e curiosità
L'interpretazione di Cagney, superba anche dal punto di vista della descrizione psicoanalitica, diventa arte assoluta nella scena di epilessia.


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