di L. Pistorio
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La foresta dei sogni recensione] - Arthur Brennan (Matthew McConaughey) è un professore di fisica deciso a togliersi la vita a seguito della morte della moglie. Dopo una breve ricerca, Brennan decide di recarsi nella cosiddetta "Foresta dei Sogni", luogo in cui ogni anno, tantissimi giapponesi (e non solo) si recano per suicidarsi.
Nel bosco incontrerà un altro uomo, il giapponese Takumi Nakamura, recatosi lì per compiere la medesima azione. Tra i due nascerà una forte amicizia, che permetterà ad Arthur non solo di fare i conti con se stesso, ma anche di reagire alla morte della moglie Joan (Naomi Watts).
Presentato in Concorso alla 68a edizione del Festival di Cannes, "La Foresta dei Sogni" segna il ritorno alla regia del poliedrico Gus Van Sant, dopo Promised Land (2012). Il regista di grandi film come "Will Hunting – Genio Ribelle", "Scoprendo Forrester", "Milk", riesce a realizzare una pellicola decisamente migliore della precedente ma, purtroppo, non equiparabile a quelle che lo hanno reso celebre.
Van Sant torna a trattare il tema della morte dopo "Elephant", "Last Days" e "L'Amore che Resta", ma questa volta lo fa in maniera nettamente diversa, realizzando un film poetico che, in realtà, è una celebrazione dell'amore e della vita. Dietro un apparente racconto di morte si cela la più bella metafora di salvezza e redenzione; come disse McConaughey: "Devi passare attraverso l'annientamento, per ottenere la salvezza. E noi siamo annientati. Io sono annientato. Per cui è una dannata storia di sopravvivenza."
La "Foresta dei Sogni", di cui parla la sceneggiatura di Sparling, esiste veramente: nota come "foresta dei suicidi" (Aokigahara, o ''il mare di alberi') e situata alla base del Monte Fuji, è realmente meta di pellegrinaggio per coloro che decidono di togliersi la vita.
Un cast di tutto rispetto riesce a valorizzare la storia; mentre la strabiliante fotografia di Tuxen ricrea e trasmette alla perfezione, le sensazioni che quel luogo mistico racchiude.
"Ci sono molte cose che la gente dà per scontate nella vita di tutti i giorni", affermò il produttore Ken Kao, e questo è uno di quei film che non può e non deve assolutamente essere dato per scontato.
(La recensione del film "
La foresta dei sogni" è di
Liliana Pistorio)
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