di R. Gaudiano
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La festa silenziosa recensione] - Laura (Jazmin Stuart) si sposa. La festa del matrimonio è organizzata in una casa di campagna che era di sua nonna, una bellissima proprietà con tanto verde intorno. Nella casa, ad aspettare Laura e il futuro marito Daniel ( Esteban Bigliardi), c'è il padre di Laura, Leòn (Gerardo Romano), un tipo spavaldo ed eccessivamente esuberante. La sera, Laura e Daniel si ritirano nella loro camera da letto. Laura vuole fare sesso, ma Daniel si sente in imbarazzo per Leòn, il padre della sua futura moglie. Laura allora decide di uscire e vagare nel bosco. Ad un certo punto si ritrova coinvolta in una festa. Notata subito da un ragazzo, Maxi ( Gaston Cocchiarale), si inserisce con disinvoltura tra i festeggianti. Lo stesso Maxi passa le cuffie a Laura per ascoltare la musica e permette alla donna di aggregarsi al folto gruppo per ballare in tutta libertà. Sarà stato l'aver bevuto, o il desiderio di rilassarsi in modo libero e spensierato, alla fine Laura flirta con Gabo( Lautaro Bettoni), uno dei ragazzi presenti alla festa ed accetta di fare sesso con lui. Ma Maxi crede bene di approfittare della donna e la stupra, mentre un altro della comitiva filma tutto ciò che accade e lo mette in rete. Diretto dal regista argentino Diego Fried, "La Festa silenziosa" segue l'estetica realista che caratterizza i lavori del cineasta, estetica già presente nel suo primo lungometraggio "Sangria"( film acclamato dalla critica e Vincitore del premio "Metropolitan Fund"), sul tema della violenza e perversioni sessuali. Thriller sostenuto ed incalzante che punta , attraverso una combinazione selettiva e sinergica di immagini e scene chiave, rumori, suoni e musica, al racconto misero e doloroso della violenza di gruppo contro Laura, una donna, che si trova coinvolta per caso, una sera, ad una festa, e viene considerata , nella mente perversa del maschio di turno, un oggetto e basta, un inaspettato sollazzo da stuprare. Alla violenza carnale verso la donna, Diego Fried, affianca la violenza giustizialista di Leòn, il padre di Laura, che arruola nella missione lo stesso Daniel. Mentre Laura , anche se rinchiusa dal padre in una rimessa, accecata dal torto subito, cerca di farsi giustizia da sola. Fried coniuga molto bene la libertà di Laura di scegliere momenti e azioni della sua vita, con la gratuità della violenza che suo malgrado si trova costretta a subire, inerte e senza possibilità di difesa. E' molto abile il regista argentino a rendere chiaro il fatto all'estraneità della complicità della vittima nell'accadimento dello stupro. Mentre calca la mano sull'escalation di una violenza senza freni che apre ad atti cruenti e a torture verso gli stessi aguzzini. Chirurgico nella sua crudezza, "La festa solenziosa" offre nella sua tensione drammatica e potente un'ottima rappresentazione di realismo cinematografico.
(La recensione del film "
La festa silenziosa" è di
Rosalinda Gaudiano)
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