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La felicità è un sistema complesso recensione] - Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) è un quarantenne che fa un lavoro unico al mondo, o – per meglio dire – è l'unico a farlo: convincere imprenditori incompetenti o irresponsabili a lasciare la propria azienda prima che fallisca. Li avvicina, ne diventa amico, infine li persuade a cedere la loro attività a chi – inevitabilmente – chiuderà, delocalizzerà, licenzierà. Malgrado il costo "umano" dei suoi successi, Enrico è fiero di ciò che fa ed è sinceramente convinto di fare del bene, portando così avanti la sua personalissima (e discutibile) lotta per un mondo migliore. Poi, lo "scontro" con due realtà diverse – nella sua vita privata e nel lavoro – lo costringe ad aprire gli occhi e a rimettere in discussione ogni cosa. Dopo "Non pensarci", Gianni Zanasi torna al cinema con "La felicità è un sistema complesso", commedia che cerca di raccontare con ironia e onestà la fatica del cambiamento. A livello personale, sì, ma anche collettivo. Che cos'è che lega Enrico alla strampalata (e sconosciuta) fidanzata straniera (Hadas Yaron) di suo fratello? E cosa vede di diverso nei due giovanissimi rampolli, eredi di un potere troppo grande per degli adolescenti?
Girato in otto settimane tra Roma, Trento, Riva del Garda e Monsummano Terme, il film di Zanasi rivela di tanto in tanto una certa disomogeneità nella sceneggiatura, ma è ben girato e curato nei particolari. Com'era stato per "Non pensarci", anche qui la musica ha ampio spazio, diventando in vari momenti protagonista al pari degli attori. L'Enrico di Valerio Mastandrea guarda il mondo e se stesso con disincanto, amarezza, ma anche leggerezza e speranza. A indicargli la strada, in un modo o nell'altro, una serie di comprimari di ottimo livello. Da un lato, il collega Carlo Bernini, un Giuseppe Battiston che incarna il volto cinico e spregiudicato di questo strano mestiere; dall'altro la "cognata" Achrinoam, interpretata dall'israeliana Hadas Yaron (Coppa Volpi 2012 come Miglior attrice al 69° Festival di Venezia per "La sposa promessa"), che, a differenza di Enrico, non ha paura di mostrare la sua fragilità. Crescere o invecchiare miseramente, provare a fare la cosa giusta o continuare a ingannare e ingannarsi: la felicità è un sistema complesso, appunto, ma non è impossibile tentare a cambiare.
(La recensione del film "
La felicità è un sistema complesso" è di
Giulia Mazza)
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