La recensione del film La donna del ritratto di Fritz Lang

.       .

Vai ai contenuti

IERI OGGI E...

Trama

LA DONNA DEL RITRATTO di Fritz Lang

La donna del ritratto Recensione
Gene Fowler Jr., Marjorie Fowler (con il nome Marjorie Johnson), Thomas Pratt (non accreditato)Il professore di criminologia Richard Wanley rimane solo in città dopo aver accompagnato alla stazione moglie e figli in partenza per le vacanze. Si reca al club per una serata con gli amici e vede in una vetrina il ritratto di una donna affascinante. Quando esce dal club si ferma di nuovo a contemplare il ritratto. Inaspettatamente sul vetro della vetrina si materializza l'immagine della donna. Ella ha nome Alice. Scambia qualche battuta con Wanley e lo invita a casa propria, con la scusa di mostrargli i disegni relativi al ritratto. Ma l'incontro galante è bruscamente interrotto dalla visita dell'amante della donna, un ricco uomo d'affari. Costui, geloso e adirato, si getta contro Wanley, che, afferrate istintivamente e per legittima difesa un paio di forbici posate su un tavolino, utilizzate precedentemente per stappare una bottiglia, uccide l'aggressore. Il suo primo impulso è quello di chiamare la polizia e denunciare l'accaduto, ma riflettendo sulle conseguenze sociali dell'apparire pubblicamente implicato in un assassinio, cambia proposito. Presa l'auto, si reca fuori città e si libera del cadavere gettandolo in un bosco. ..
Idea Centrale
II sottile confine fra innocenza e colpevolezza. Uno dei migliori ritratti del grigiore borghese e di quello che potrebbe nascondere dietro la sua facciata rispettosa.
Analisi
In preda all'incubo, il professore è vittima di rimorsi, angosce e complessi di colpa. La dimensione onirica (espressamente voluta dal regista) è descritta con una inconsueta dovizia di particolari ed è vissuta dal protagonista con la stessa intensità con cui è lo stato di veglia. Il film presenta strade cupe e piovose, immagini deformate e riflesse in vetri o specchi, angolazioni virtuosistiche della macchina da presa. Lang fu criticato per il finale, ma spiegò che il film non doveva essere fatalistico e pessimistico e che, invece, doveva lasciare una sensazione viva di ambiguità e mistero. Tratto dal romanzo Orice off guardai J.H. Wallis.
Note e curiosità
Il finale fu girato magistralmente con una inquadratura unica, grazie a dei vestiti che si staccavano e che potevano essere tolti a Robinson durante i pochi secondi che la macchina da presa era fissa sul suo primo piano. (da "201 film capolavoro secondo la critica" di Gaetano Sandri).


Torna ai contenuti | Torna al menu