La recensione del film La donna che visse due volte

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE - RECENSIONE

La donna che visse due volte recensione
Recensione

di Paolo Ottomano
[La donna che visse due volte recensione] - La donna che visse due volte in inglese si dice Vertigo: "Vertigini" avrebbe sicuramente avuto un effetto deleterio sul film, perchè non è sempre possibile trasferire il fascino di una parola da una lingua all'altra. Questa volta, però, anche la versione italiana ha un proprio fascino e una propria ragion d'essere, e nonostante possa sembrare pomposo, questo titolo riesce a intrigare senza svelare troppo della trama (ma qualcosa si) e rivelando invece un senso leggibile a più livelli della storia. La donna visse quindi due volte, certo, e il film rivive con un'intensità diversa e delle sfumature nuove ogni volta che lo si riguarda. Riuscendo a cogliere questo o quel particolare che a una visione precedente ci erano sfuggiti, perchè eravamo concentrati su qualcos'altro. Croce e delizia per tutti noi è che c'è davvero molto su cui concentrarsi, e quello che qualcuno definisce il più bel film della Storia dovrebbe rivivere nelle nostre sale all'infinito, e neppure riusciremmo a suggerne il senso una volta per tutte. Molti sono i modi per raccontarne la trama: ecco quello forse più chiaro ma meno aggressivo, che conserva intatto il piacere della suspense, che è la nuda cronaca di quello che sembra succedere nella prima parte del film. Scottie (James Stewart) è un ex poliziotto, ritiratosi dopo la morte di un suo collega: mentre inseguivano un uomo sui tetti, infatti, il collega di Scottie è precipitato mentre cercava di aiutarlo a non cadere. Qualche tempo dopo, un vecchio compagno di università di Scottie gli chiede di pedinare la moglie Madeleine (Kim Novak), in preda a lunghi e inspiegabili momenti di trance: pare rivivere la vita di una sua antenata. E la riviviamo tutti, perchè ogni particolare ha una funzione ben precisa e necessaria al corretto srotolamento della storia: il colore della tappezzeria, dei vestiti di Madeleine; le ossessioni dell'uno e dell'altro; le corrispondenze e la confusione tra luoghi immaginari e reali; la colonna musicale – che meriterebbe un saggio specifico, tanta è la maestria con cui si suscitano emozioni forti senza un briciolo di melensaggine – e le metafore attraverso cui capiamo l'animo di Scottie e di Madeleine, il senso della storia. O crediamo soltanto di averlo capito. E non perchè siamo stupidi: è perchè La donna che visse due volte è un capolavoro, è tutto ciò che un thriller e un melodramma dovrebbero essere. Tutto quello che un film dovrebbe essere: un blockbuster nel senso etimologico del termine, che non smette mai di rimpinguare la fila al botteghino. Pubblico eterogeneo. Pubblico che ama il cinema. (La recensione del film "La donna che visse due volte" è di Paolo Ottomano)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "La donna che visse due volte":




Torna ai contenuti | Torna al menu