di R. Gaudiano
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La casa dei libri recensione] - Florence Green (Emily Mortimer), giovane donna ormai vedova da 16 anni, spinta dalla passione per la lettura e convinta che questa passione vada mediata, decide di aprire una libreria nella cittadina costiera di Hardborough. Siamo alla fine degli anni '50 e gli abitanti di questa apatica cittadina inglese ancora sonnecchiano e non comprendono l'importanza di poter avere finalmente a disposizione una libreria e così destarsi dal torpore e crescere culturalmente con ogni sorta di lettura. Florence con tenacia e testardaggine riesce nel suo intento. Solletica la curiosità degli abitanti del luogo proponendo la migliore letteratura dell'epoca, incluso Lolita, libro scandalo del momento. Con soddisfazione controllata la giovane Florence inizia ad avere i primi positivi riscontri di un risveglio emotivo della piccola cittadina. Dalla sua parte ha un gentiluomo ed alleato, Edmund Brundish (Bill Nighy), ma ha anche un'acerrima oppositrice al suo nobile progetto, Violet Gamart (Patricia Clarkson), donna ricca e aspirante patronessa delle arti e doyenne della scena artistica locale. Tra le due donne non tarda ad instaurarsi uno scontro per il possesso del cuore e dell'anima della apatica cittadina. Scritto e diretto dalla cineasta spagnola Isabel Coixet, "La casa dei libri" vuole essere una raffinata trascrizione filmica del romanzo di Penelope Fitzgerald, "La libreria". Con una scrittura sostenuta da uno stile maturo, la Coixet realizza un'opera sospesa tra tensione espressiva ed echi di un classicismo cinematografico. La voce narrante accompagna lo spettatore lungo le meravigliose distese verdeggianti cullate da un mare plumbeo e silenzioso. La fotografia magistrale di Jean Claude Larrieu cristallizza i luoghi ed i volti, le persone, in quadri che a tratti suscitano stupore emozionante. Florence, pur costretta in una educazione ossequiosa e discreta, lotta per la sua libreria. L'elegante Violet è ostinata nel suo delirio d'onnipotenza e a nulla può la richiesta di accondiscendenza benevola della potente donna nei confronti di Florence, richiesta sostenuta quasi con insolente forza da Edmund Brundish, conquistato dalla dolcezza di Florence. Nonostante la Coixet punti sulla costruzione dei personaggi, che rappresentano i nuclei drammatici della storia, con i rispettivi conflitti interiori e crisi morali, la cineasta non riesce però in una loro caratterizzazione precisa e soprattutto ben articolata nell'insieme del discorso rappresentativo. Inoltre "La casa dei libri" soffrendo oltremodo di una considerevole ripetitiva lentezza scenica che dilegua, ahimè, quel potenziale fascino poetico, implode come progetto, purtroppo, per una noiosa monotonia narrativa .
(La recensione del film "
La casa dei libri" è di
Rosalinda Gaudiano)
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