La recensione del film L'uomo di neve

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

L'UOMO DI NEVE - RECENSIONE

L'uomo di neve recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[L'uomo di neve recensione] - Genere: thriller nordico. Ambientazione: nordica. Regista: nordico. Autore: nordico. Se c'è un aggettivo che può descrivere "L'uomo di neve", film diretto da Tomas Alfredson tratto dall'omonimo romanzo di Jo Nesbo, quell'aggettivo è "nordico". Ora sappiamo che da un po' di anni a questa parte i thriller nordici sono andati a costituire un sottogenere a se stante che risponde a caratteristiche ben determinate. Prima equazione: nord = neve e quindi bianco come colore predominante. Seconda equazione: bianco = freddo, il quale, essendo implicitamente noto che il nord, prima di un luogo geografico è innanzitutto una grande metafora, è freddo tanto fisico quanto spirituale. Da qui l'onnipresenza del serial killer che commette omicidi efferatissimi, nella fattispecie mutilando le sue vittime e sostituendo parti del corpo a quelle di un pupazzo di neve o viceversa ovvero sostituendo parti del corpo del pupazzo di neve a quelle mutilate delle vittime (e vabbè, non tutti i serial killer vengono col buco). Ma freddo può essere associato anche a razionale, a matematico, a simmetrico. E infatti si avverte un senso di simmetria in molte inquadrature de L'uomo di neve, nelle architetture, nel palazzi ripresi rigorosamente da posizione frontale. Questo dal punto di vista formale. Dal punto di vista del contenuto la simmetria si esprime nel doppio, nel gioco degli specchi tra vittima e carnefice, tra guardia e ladro, tra genitori e figli, tra padri irresponsabili e figli coi sensi di colpa. Questo lungo discorso per dire che L'uomo di neve non travalica di un centimetro i confini entro cui si inscrive, aspetto che può considerarsi negativo, in quanto nulla di nuovo ha da offrire, ma proprio per questo, proprio per offrirti esattamente quanto ti aspetti (se si escludono alcune farraginosità nella trama e alcune cadute di gusto come l'orripilante incipit o il già citato macabro rituale compiuto dall'assassino il quale ci mette un attimo a diventare da macabro a pietoso) anche positivo. Tra gli aspetti positivi c'è sicuramente Micheal Fassbender, detective depresso e alcolizzato che dorme per strada dentro un giaccone lurido e informe ma che poi, quando si mostra in mutande, sfoggia un fisico da incallito salutista appena uscito dalla beauty farm. Lo circondano Charlotte Gainsbourg, Rebecca Ferguson, Toby Jones, J.K. Simmons, Chloe Sevigny e Val Kilmer o quanto resta di lui. (La recensione del film "L'uomo di neve" è di Mirko Nottoli)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "L'uomo di neve":




Torna ai contenuti | Torna al menu