Trama
L'OCCHIO CHE UCCIDE di Michael Powell
Fin da bambino, Mark Lewis è vittima di bizzari esperimenti da parte del padre, uno scienziato, che vuole studiare e registrare gli effetti della paura sul sistema nervoso. Da adulto, dopo che tutti i suoi parenti sono morti, Mark lavora presso uno studio cinematografico londinese. Nello stesso tempo coltiva un terrificante hobby: ama uccidere donne mentre le riprende con una telecamere per filmare le espressioni di terrore prima di morire. Una sera Mark incontra e fa amicizia con una ragazza, Helen Stephens, che affitta una camera nella sua casa.
Idea Centrale
Geniale saggio sul cinema come voyeurismo, pulsione necrofila e insieme scopofila (il bisogno morboso di contemplare), capace di legare indissolubilmente Eros e Thanatos.
Analisi
"L'occhio che uccide", scritto da Leo Marks, è chiaramente una metafora sull'arte della visione (come lo era stato "La finestra sul cortile", ma qui molto più crudele e imbarazzante), che Powell dissemina di "allusioni generali specifiche al cinema, di stoccate malevole al perbenismo bigotto e, soprattutto, di riferimenti personali": il protagonista veste la giacca marroncina e il montgomery che sono stati per anni la divisa di Powell; questi appare brevemente nella parte del padre del protagonista e affida a suo figlio Columba il ruolo di Mark bambino.
Note e curiosità
Clamorosamente sottovalutato all'epoca della sua uscita (un critico britannico scrisse che si sarebbe dovuto "prenderlo con la paletta e buttarlo subito nella fogna più vicina"), sprizza in realtà intelligenza da ogni scena, oltre a rappresentare una sorta di punto di partenza per il thriller moderno, da Brian De Palma in poi.