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IERI OGGI E...

Trama

L'INVASIONE DEGLI ULTRACORPI di Don Siegel
L'invasione degli ultracorpi Recensione
Il dottor Miles Bennell scopre che la sua città, un fiorente centro californiano, è stata invasa da baccelli di provenienza extraterrestre che si insinuano nel corpo umano durante il sonno. Man mano gli alieni si stanno così impadronendo della Terra, ma chi è contaminato e chi no?
Idea Centrale
Uno dei migliori esempi della Fantascienza anni Cinquanta (e non solo), dove le angosce dell'epoca non sono semplicemente riflesse, ma anche interrogate e sondate in profondità.
Analisi
Letto, con opposti consensi dell'autore, sia in chiave anticomunista che antimaccartista, in realtà è meno sociopolitico, di quanto possa sembrare, concentrato com'è sull'incubo di una folle e inavvertita "disumanizzazione" che ha carattere marcatamente individuale, sebbene colta all'interno di una comunità. Colpisce per la pressochè assoluta mancanza di effetti speciali (a parte i baccelloni) e s'impone per l'abilità nel creare una forte suspense basandosi esclusivamente sul contrasto tra la paranoia del medico e l'indifferente risposta della sonnacchiosa cittadina di Santa Mira. Una delle prove migliori di Siegel, nonostante le interferenze della produzione (United Artists), che per rendere più rassucurante la storia fece aggiungere un prologo e un epilogo fuori luogo, ed eliminò nella prima parte i dialoghi ironici scritti da Sam Peckinpah (non accreditato come scenggiatore, compare in un cammeo come il lettore di contatori che dice a proposito del protagonista: "lasciatelo fuggire, non gli crederanno mai").
Note e curiosità
Indimenticabile il finale voluto dal regista, dove il medico guarda in macchina e urla "Yuo're next" ("voi siete i prossimi", nella versione italiana pessiamente tradotto e spezzato in "State attenti non ci sarà più scampo"). Remake nel 1978 di Philip Kaufman ("Terrore dallo spazio profondo") con Don Siegel e Kevin McCarthy come guet star e nel 1993 di Abel Ferrara (Ultracorpi- L'invasione continua).


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