Trama
L'INQUILINO DEL TERZO PIANO
Un archivista polacco, Trelkowski (Polanski), affitta l'appartamento di una suicida in uno stabile parigino popolato (come in Rosemary's Baby) di vecchiacci inquietanti: in un crescendo persecutorio e surreale Trelkowski si travestirà per ripercorrere la sorte di chi l'ha preceduto.
Idea Centrale
L'incubo personale di un uomo alle prese con una realtà che è un viaggio allucinato e allucinante nei meandri della follia più totale e che ha il suo epilogo nell'autodistruzione.
Analisi
Come ha scritto Dominique Avron, il dilemma del plot che Polanski attrezza, oscilla tra una situazione di minaccia oggettivamente subita dal protagonista, e una piena consapevole deriva paranoica. L'esito è che egli finisce per privilegiare la prima soluzione alla quale, però, "applica un trattamento del secondo tipo". La narrazione si dipana come un incubo personale che sbocca nel complotto della comunità, inoltre c'è l'assunzione piena, consapevole e delirante della femminilità di cui l'archivista piccolo borghese si carica per sentirsi, finalmente, parte di un contesto che lo colpevolizza ed esclude. Si tratta ancora, per forza, del grande tema kubrickiano del tempo bloccato a ripetizione e la festa finale della setta satanica è la notifica ufficiale. Se la femminilità a cui fa riferimento Le Locataire sembra accentuare l'ambiguità, ossia uno dei temi fondamentali dell'universo di Polanski, in realtà lo dissolve: infatti, più che essere stato sempre l'inquilino/a del terzo piano, ossia il tempo bloccato della Storia che sostiene gli esordi, falsi e ripetuti, dell'ideologia, l'archivista Trelkowski sente piuttosto che non lo è stato mai davvero, e deve, quindi, assumere la messa in scena, la teatralizzazione, il trucco perchè ciò finalmente accada. ( da "Il Castoro" di S. Rulli")
Note e curiosità
Le innumerevoli simbologie egizie presenti nel film farebbero supporre la tematica della reincarnazione: Trelkovski e Simone sarebbero in realtà la stessa persona, il che spiegherebbe la scena in cui Trelkovski, dalla finestra del proprio appartamento, vede una figura avvolta nelle bende (Simone e/o se stesso nel futuro) nel bagno dello stabile; il bagno, coperto di geroglifici, rappresenterebbe una camera mortuaria egizia, avvalorando la tesi della reincarnazione. Nelle versioni italiana, francese e inglese, il regista ha doppiato sé stesso. Il compositore Philippe Sarde compare in un breve cameo, interpretando l'uomo che viene disturbato da Trelkovski e Stella nella sala cinematografica. Si tratta di una delle prime apparizioni su schermo di Eva Ionesco, che nello stesso anno apparve nella controversa serie di nudi fotografici di minorenni, opera della madre Irina Ionesco.