di R. Gaudiano
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L'educazione di Rey recensione] - Periferia argentina di Mendoza, un gruppetto di giovani sono preda della criminalità organizzata, che viene gestita da un criminale senza scrupoli con la complicità di poliziotti corrotti. Reynaldo, detto Rey (Matìas Encinas) è un adolescente che allontanato da casa da sua madre si affida al fratello più grande Josuè, con il quale vuole andare a vivere. Ma Josuè vive con un amico ben introdotto nella malavita mendoziana. Alla fine i due amici convincono Reynaldo a partecipare ad un furto molto rischioso. Reynaldo accetta, ma quella notte le cose si mettono male. Josuè e l'amico vengono acciuffati dalla polizia e Rey, pur riuscendo a scappare finisce nel cortile della casa di Carlos Vargas (Germàn De Silva),una guardia giurata in pensione, distruggendo una piccola serra. Vergas dapprima ammanetta il ragazzo, ma poi decide di non consegnarlo alla polizia ed instaura con Rey una curiosa intesa di recupero per sottrarlo alla delinquenza. "L'educazione di Rey" è il primo lungometraggio del regista argentino Santiago Esteves, che qui affronta una problematica sociale e politica malata che affligge la sua Nazione, di cui sono vittime soprattutto i giovani che per realizzare guadagni finiscono per servire la criminalità. Esteves scrive una storia sentita, una storia costruita sul fermento artistico e culturale argentino, una storia che mette continuamente in scena il suo autore. Giocando sulla relazione Reynaldo-Carlos che pian piano si veste di un'intesa leale e concreta, il cineasta argentino articola il dramma sociale di emarginazione giovanile, ragazzi che vivono ai margini della società, con la suspense di una resa dei conti che Rey deve gioco forza avere con quei criminali convinti del suo tradimento. "L'educazione di Rey" si concretizza in una vera e propria denuncia di cinema civile, raccontata con sapienti primi piani che hanno un senso compiutamente narrativo nel saper cogliere e cristallizzare gli stati d'animo dei personaggi. Un cinema realista, che fa della realtà sociale argentina, affranta da una corruzione dilagante in vari settori, lo scenario mortificante da mettere in primo piano raccontando soprattutto la manipolazione della gioventù emarginata. Lo sguardo di Esteves si concentra sul volto di Rey che in silenzio denuncia i suoi timori e l'evoluzione delle sue scelte e sul volto di Carlos, paziente e comprensivo nell'attesa. Una riflessione su un'umanità in bilico, dove lo spettatore è magistralmente dentro la scena grazie ad una narrazione classica, in cui gli indizi sono veri e sconcertanti e tutto ruota intorno alla storia di un ragazzo che ha negli occhi spenti e malinconici il dramma del suo paese. "L'educazione di Rey", cinema di formazione e di denuncia raccontato tra personaggi ed ambiente, è stato premiato alla 65a edizione del Festival dei S. Sebastian 2017 come Miglior Film in Cine en Costrucciòn. E' stato presentato in selezione all'ultima edizione del Festival Spagnolo di Roma e sarà presentato in anteprima al 18o Film Festival di Torino.
(La recensione del film "
L'educazione di Rey" è di
Rosalinda Gaudiano)
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