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L'attesa recensione] -
Una coproduzione tra Italia e Francia quella che vede protagoniste Juliette Binoche e Lou De Laage, in una Sicilia dipinta mostrandone i grandi difetti e le grandi bellezze mettendo in evidenza anche dei lati meno noti ai più.
Opera prima di Piero Messina, primo film italiano in concorso al 72° Festival del Cinema di Venezia, selezionato anche al Toronto Film Festival, racconta come trascorrono ii giorni precedenti alla Pasqua, la madre e la fidanzata di Giuseppe, scomparso giovanissimo.
Ambientata tra Caltagirone (paese natale del regista) e l'entroterra, ne "L'attesa" viene messo in scena un dolore molto grande che viene assimilato a poco a poco e in silenzio da parte di Anna (Juliette Binoche) la madre.
La presenza di Giuseppe è costante durante l'intero film, senza mai comparire in qualche ricordo rievocato dalla madre o dalla ragazza (Jeanne) che è arrivata, non sapendo della disgrazia, a fargli visita da Parigi in occasione delle feste di Pasqua.
In Jeanne, Anna prova a ritrovare in parte il figlio, entrambe trarranno molto da questo rapporto.
Anna è una donna indipendente, dopo aver conosciuto quello che sarebbe diventato suo marito facendo auto stop in Italia, vi è rimasta. Quando però venne il momento di divorziare non esitò a prendere la decisione non senza scandalizzare il proprio paese.
Forse comprensibile dall'inizio l'intenzione di Anna nei confronti di Jeanne e del proprio stesso dolore, nonché nell'essere decisa a non voltare pagina, ma sopprimere il tutto cercando di nasconderlo.
Quasi troppo silenzio trapela durante il film che ci fa comprendere bene le posizioni delle due coprotagoniste senza però immedesimarsi fino in fondo in nessuna delle due.
Tutta l'eccessiva cerimonia e devozione tipica della mentalità che connota (ma non definisce) la Sicilia, si respira a pieni polmoni durante la processione di paese che viene inscenata rendendo protagonisti i riti antichi e ossessivi legati alla fede.
Un'attesa inscenata lentamente e delicatamente come sembra essere il modo con cui Anna (e inconsapevolmente Jeanne) accolgono il dolore di un'improvvisa mancanza.
(La recensione del film "
L'attesa" è di
Luisa Pagani)
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