La recensione del film L'Armata Brancaleone di Mario Monicelli

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Trama

L'ARMATA BRANCALEONE di M. Monicelli

L'Armata Brancaleone Recensione
Un pugno di sbandati che dovrebbero formare una compagnia di ventura, guidati da Brancaleone da Norcia (Gassmann) e dall'ebreo Abacuc (Pisacane), partono da Faleri per prendere possesso del feudo di Aurocastro nelle Puglie: dopo mille traversie e avventure (la peste, le voglie di una vedova impaziente, il salvataggio di una vergine dai briganti, l'assalto dei pirati saraceni), l'armata riuscurà a salvarsi solo seguendo Zenone il Santone (Salerno) in Terra Santa.
Idea Centrale
Intelligente e originale ricostruzione nazionalpopolare di un pezzo di storia italiana, in chiara polemica con la visione hollywoodiana del Medioevo.
Analisi
Scritto dal regista con Age (Agenore Incrocci) e Scarpelli (con un occhio alla "Sfida del Samurai " di Kurosawa per il trucco e l'armatura di Gassman, ma anche al Cottafavi dei "Cento Cavalieri" per la parabola "brechtiana" e la Malerba di "Donne e Soldati", oltre che a tutta la tradizione picaresca, da Pulci a Cervantes), terzo per incassi nella stagione, volutamente "sgangherato" nella sua struttura ma pirotecnico nelle trovate (la lingua postlatina-viterbese, i costumi di Piero Gherardi, i colori di Carlo De Palma, la musica di Carlo Rustichelli, i titoli animati di testa e di coda di Gianni e Luzzati, è una delle punte più alte del cinema popolare italiano, un autentico capolavoro di fantasia e avventure farsesche.
Note e curiosità
Seguito, nel 1970, da "Brancaleone alle Crociate". (Da "Il Mereghetti")


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