La recensione del film Kung Fu Panda 3

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KUNG FU PANDA 3

Kung Fu Panda 3 recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Kung Fu Panda 3 recensione] - Continua, con la gioia di grandi e piccini, la sorprendente avventura di Po, il paffuto panda cinese bianco e nero, aspirante esperto in arti marziali. Ormai l'esilarante personaggio animato, diventato Guerriero Dragone in "Kung Fu Panda", primo film della strepitosa saga, per poi scoprire i segreti delle sue origini misteriose e liberare la forza che lo condurrà al successo in "Kung Fu Panda 2", chiude in questo "Kung Fu Panda3" il suo ciclo di avventure. La novità, in questo terzo episodio, è il ritorno del padre di Po, Li Chan, che abbondonò il figlio in un tempo remoto per forze maggiori. Po verrà condotto da suo padre in un segreto villaggio paradisiaco abitato da tanti spassosissimi panda ed è lì che Po saprà di appartenere alla specie degli orsi cinesi. In "Kung fu Panda 3" la figura del malefico assume le sembianze di Kai, spirito super cattivo, proveniente dal regno degli spiriti ed intenzionato ad attaccare la valle della Pace per distruggere il palazzo di Giada. Kai è spietato. Ha le fattezze di un mastodontico alce dalle gigantesche corna. Molto astuto ed abile nella lotta, questo mostro orrifico sconfigge tutti i più famosi maestri di kung fu, compreso il saggio Shifu. Ma c'è una cosa che distingue questo perfido personaggio ed è che si appropria del "chi ", la forza interiore di ognuno delle sue vittime, linfa vitale dell'esistenza. Po, Guerriero Dragone, dovrà sconfiggere questo spirito malvagio. Ma come farà Po che non ancora sa veramente lui chi è e di conseguenza non conosce il suo chi? La saggezza di Shifu, il sostegno di entrambi i papà e dei leggendari cinque Cicloni porteranno Po verso la strada della vittoria attraverso la costanza dell'umiltà di apprendere, per arrivare alla consapevolezza di sé stesso ed alla riconciliazione con quel passato che gli appartiene. Jennifer Yuh Nelson è la regista fedele delle storie di Po, qui affiancata da Alessandro Carloni, supervisore artistico già in "Kung Fu Panda 2". La regia, la sceneggiatura di Glenn Berger, nonché l'impiego di tecnologie d'avanguardia curate minuziosamente nei dettagli, come l'unione dell'animazione 2D e 3D ispirata ad un antico rotolo cinese che rende l'idea di un dipinto animato, l'uso sapiente del ralenti che cambia in accelerazioni fulminee spiazzando lo spettatore nelle vorticose scene di combattimento, garantiscono a questo ultimo episodio della saga una fluidità solida e convincente. Nell'ineluttabile confronto-scontro tra il bene ed il male, rispettando lo yin e yang nella concezione orientale, la storia dell'umile ed entusiasta orso cinese bicolore dagli occhi dolcissimi, si coniuga con quel pensiero filosofico che riconosce l'universalità di sentimenti edificanti. L'aver ritrovato l'affetto di Li Chan, suo padre naturale, restando fedele figlio di quell'oca premurosa (la diversità in quella goliardica tribù dei panda) che gli ha fatto da padre adottivo, la preziosa collaborazione dell'esercito dei panda, nuovo di zecca, portano Po ad avere la coscienza di una forza sicura su cui contare. E sarà nel Regno degli Spiriti, una realtà senza tempo, che Po avrà l'assoluto riscatto di sé stesso. Etica ed estetica, stile e resa coinvolgente della storia, garantiscono la riuscita totale di questo delizioso prodotto della DreamWorks Animation accessibile ad un pubblico di piccoli spettatori già dall'età di sei anni. (La recensione del film "Kung Fu Panda 3" è di Rosalinda Gaudiano)
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